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Condannato a 16 anni per un omicidio di 30 anni fa

RACALE – Per 30 anni la famiglia ha chiesto verità sulla sua morte e la possibilità di dargli una degna sepoltura. E adesso che la mamma non c’è più -venuta a mancare nei mesi scorsi – i resti i Claudio Giorgino saranno restituiti ai familiari, a trent’anni dal suo assassinio, nel 1994.

Claudio era scomparso da Racale nell’agosto di quell’anno. Le sue ossa furono ritrovate 25 anni dopo in un pozzo nelle campagne di Matino, su indicazione dello stesso assassino, Angelo Salvatore Vacca, 55enne di Racale. L’ergastolano nelle scorse ore è stato condannato a 16 anni di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche per l’atteggiamento collaborativo, 300 mila euro di provvisionale e risarcimento da liquidare in separata sede.

La sentenza è stata emessa dalla giudice Giulia Proto, al culmine del rito abbreviato.

Vacca era già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Luciano Stefanelli, nel 95, a Taviano. Dietro le sbarre, nel 2019, confessò poi l’assassinio di Giorgino, nato – a suo dire – da un’incomprensione tra amici quali erano. Di tutt’altro avviso il Procuratore Guglielmo Cataldi, titolare del fascicolo di inchiesta, secondo cui l’imputato avrebbe invece premeditato l’uccisione e lo avrebbe fatto per questioni legate allo spaccio di droga, prima colpendolo con diverse martellate, poi sparandogli, avendo portato con sé due pistole.

I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Biagio Palamà, si sono subito costituiti parte civile per ottenere giustizia. E adesso, dopo 30 anni, Claudio Giorgino potrà avere la degna sepoltura per la quale hanno battagliato.

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