L’azzeramento mancato della Giunta regionale, ha riguardato invece le Asl pugliesi con la decadenza di tutti i direttori generali. Si “salvano” solo il dg dell’azienda sanitaria locale di Brindisi, Maurizio De Nuccio, insediatosi ad agosto 2023, e quello del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce, nominato a marzo scorso.
Repulisti imposto al governatore Michele Emiliano da Azione. Quasi un ultimatum del consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della commissione bilancio del Consiglio regionale: azzerare i vertici Asl, responsabili del mancato contenimento della spesa diretta farmaceutica entro i limiti imposti, in applicazione della legge regionale approvata a marzo 2022.
Lo splafonamento registrato in Puglia nel 2023 è stato di 194 milioni di euro, pari al 28,17% in più, per gli acquisiti diretti da parte di Asl e Policlinici, mentre per i medicinali acquisiti dai cittadini direttamente in farmacia c’è stato un risparmio di oltre 3 milioni e mezzo.
La Asl di Bari è andata oltre il limite di quasi 60 milioni, con uno sforamento del 35,3%. Fuori di 20 milioni di euro la Asl BAT, il 34,16% in più. Scostamento di oltre 15 milioni per l’Asl foggiana, pari al 20,54% in più. Quella di Brindisi ha superato il tetto di spesa di quasi 25 milioni di euro, ossia il 34,82% in più. Per l’azienda sanitaria tarantina lo scostamento è stato del 31,61%, cioè quasi 30 milioni di euro. Più di 40 milioni oltre il limite è andata la Asl di Lecce, spendendo il 31,42% in più del budget assegnato per la spesa farmaceutica diretta per il 2023.
Sprechi che gravano per il 50% sul bilancio autonomo della Regione, togliendo risorse ad altri obiettivi e ritardando l’uscita della Puglia dal piano di rientro sanitario.