Sanità

Allarme Oss nelle Asl leccesi: “Servono altre 100 unità”

SALENTO – Scatta l’allarme rosso per gli Oss nella Asl di Lecce. La situazione, già di per sé difficile, è diventata preoccupante, basti pensare che a partire dallo scorso anno un’ottanmtina di unità è stata collocato in quiescenza e, in particolare nei primi mesi del 2023, c’è chi ha mutato la propria qualifica per motivi di salute. A fronte di questa significativa emorragia di personale non c’è stata alcuna integrazione.

Risultato? Diversi servizi e unità operative di tutti i Presidi Ospedalieri e Presidi Territoriali Aziendali sono in grave difficoltà nel garantire l’assistenza socio assistenziale e di conseguenza nell’assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza.

Si fa molta fatica – spiega Francesco Perrone, segretario regionale Fsi-Usae – a garantire il servizio sulle 24 ore. Per ovviare a queste gravi carenze si fa ricorso al lavoro straordinario ed alla continua e contestuale dequalificazione e al demansionamento del personale infermieristico, aspetto – quest’ultimo – non più tollerabile”.

I reparti più “caldi” dove si registrano le maggiori carenze di oss sono oncologia all’ospedale di Gallipoli, cardiochirurgia al Fazzi e neurologia, – di cui fa parte anche la stroke unit – trasferito nelle scorse ore al Dea.

Nei giorni scorsi è stata adottata la delibera con la quale è stata pubblicata la graduatoria definitiva dell’Avviso Pubblico, per soli titoli, di mobilità regionale ed interregionale per la copertura a tempo indeterminato di 18 posti. Troppo pochi. Ecco perché il sindacato chiede l’integrazione di altre 100 unità. Per raggiungere questo traguardo sarà sufficiente inserire questa esigenza all’interno del Piano del Fabbisogno del Personale approvato nel mese di agosto. Un passaggio obbligato per far scorrere la graduatoria e procedere così all’assunzione di altri 100 oss.

Ma non basta. Fsi-Usae chiede inoltre l’approvazione urgente della graduatoria di Mobilità interna Asl Lecce di Operatore Socio Sanitario, Area degli Operatori, in modo da attivare contemporaneamente le relative procedure di assegnazione in tutta l’Azienda.

La parola passa ora ai vertici della sanità leccese. 

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