BARI – Un anno e 6 giorni. E’ il tempo trascorso dall’ispezione al resoconto in Commissione Sanità. Da un lato un tempo lungo per avere un riscontro, dall’altro un tempo sufficiente per fare in modo che a quelle criticità riscontrate si lavori per superarle.
E’ quanto accaduto per il Pta di Nardò, al centro delle audizioni in Commissione Sanità del Consiglio regionale, dopo l’ispezione effettuata dal capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, il 4 luglio del 2023. Anzitutto, dunque, l’esito: positivo.
Dal report del direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi, e del direttore di distretto, Oronzo Borgia, rispetto alle segnalazioni raccolte dal consigliere Pagliaro, emerge la conferma dell’ambulatorio di Senologia, la cui chiusura è scongiurata. Quello di Radiologia, che necessitava di apparecchiature più moderne, potrà contare sull’attivazione della Tac in arrivo dal Fazzi, entro il primo trimestre del 2025. Strumentazione arrivata anche per Oculistica, Cardiologia, compreso il tapis roulant per le prove da sforzo. Nel 2026, per la Pneumologia arriverà la cabina pletismografica necessaria per le spirometrie di secondo livello. Nell’attesa della seconda farmacista, è stato creato l’ufficio centralizzato del farmaco per snellire il carico burocratico delle farmacie territoriali. Si provvederà ala fornitura di fasce per la pressione a misura di pazienti obesi per il reparto di diabetologia.
Restano delle criticità legate al personale ad un organizzazione che prevede l’innalzamento della qualità dei servizi. Il riferimento è all’allergologia pediatrica, che sconterà l’impossibilità di sostituire il medico responsabile. Ma anche al Coro e alla Pma. Nel primo, l’ambulatorio di Oncologia sarà chiuso perché non è possibile garantire ai pazienti un percorso completo che, invece, si è accentrato nell’Oncologico di Lecce per garantire qualità delle cure. Stesso destino per il centro Pma, un tempo fiore all’occhiello interregionale. Ora spostato, tra mille difficoltà e ritardi al Fazzi. Ma che, però, ha una prospettiva del tutto positiva: il primo e secondo livello lavorano a tamburo battente, nell’attesa del via libera all’accreditamento del terzo livello di cure.
La struttura, le cui prestazioni sono cresciute del 22% in un anno, e che serve in condizioni normali un bacino di utenza di 150mila persone, che si moltiplicano in estate con l’arrivo dei turisti, soffre come tutte, della cronica mancanza di personale. E quello che c’è si spende oltre ogni limite possibile.
In ultimo, una prospettiva importante. Quella dell’ospedale di Comunità. I lavori iniziati da un mese, prevedono l’ampliamento di 5 posti letto. “La medicina di prossimità – ha concluso Pagliaro – deve essere garantita come presidio irrinunciabile sul territorio, soprattutto per i pazienti più anziani e fragili. Per questo continueremo ad essere vigili contro lo smantellamento dei servizi esistenti e le logiche accentratrici che non condividiamo”.