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Cadavere in casa a Corigliano, oggi il prelievo osseo per identificarlo

CORIGLIANO D’OTRANTO – Sono le nove di venerdì mattina e l’arrivo del medico legale Alberto Tortorella e della specialista in genetica Giacoma Mongelli al cimitero di Lecce sancisce l’avvio di un percorso a caccia di verità: quello che punta a risalire all’identità del cadavere, ritrovato in un’abitazione in via San Leonardo a Corigliano d’Otranto il 15 marzo scorso. Cadavere ormai ridotto a scheletro dacchè il decesso, stando alle risultanze investigative, risalirebbe a circa un anno fa.

L’abitazione in cui è avvenuto il ritrovamento è quella di Antonio Caracciolo, 84enne che viveva da solo. Per questo gli inquirenti hanno ritenuto, sin da subito, che quel corpo in avanzato stato di decomposizione, posizionato su una brandina e circondato da candele, fosse il suo. Unico indagato è il figlio, Roberto, che durante l’interrogatorio ha però sparigliato le carte, sostenendo che quello ritrovato non fosse il corpo di suo padre, che attualmente – a suo avviso – sarebbe ospite in Svizzera da alcuni parenti.

Al cimitero, nel giorno del prelievo osseo che consentirà di comparare il dna dello scheletro con quello dei familiari in vita, c’era anche il legale di Roberto Caracciolo, l’avvocato Fabrizio Ruggeri che ha nominato, quale consulente di parte, il dottor Tommaso Suppa.

Secondo il primo accertamento del medico legale, l’uomo sarebbe morto per cause naturali. In tal caso il figlio risponderebbe “solo” dell’accusa di occultamento di cadavere. C’è poi l’ipotesi della truffa ai danni dello Stato, avendo quest’ultimo continuato a prelevare la pensione del genitore anche nei mesi successivi alla sua morte.

Quello di Corigliano si è configurato sin da subito come un giallo e resterà tale almeno per i prossimi tre mesi: il risultato dell’esame sul dna, infatti, richiederà infatti almeno 90 giorni di tempo. Il 9 giugno inizieranno, intanto, le operazioni peritali sui telefoni di padre e figlio.

ERICA FIORE

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