MELENDUGNO- La Procura di Lecce chiede il processo per 19 persone coinvolte nell’inchiesta sui presunti abusi nel cantiere del gasdotto Tap. È stata avanzata, infatti, richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Valeria Farina Valaori. Ora spetterà al gup decidere se mandare gli imputati a processo.
Come era già noto, secondo gli inquirenti, che hanno svolto le indagini coadiuvati dai carabinieri del Noe, è “illegittima” l’autorizzazione rilasciata dal Ministero alla multinazionale Tap nel settembre 2014 prima e poi nel 2015 sulla compatibilità ambientale dell’opera, perché sarebbe stata adottata “senza valutazione degli ‘effetti cumulativi’ esterni ed interni”, in violazione delle direttive europee. A loro avviso, sono “parimenti illegittime le varianti in corso d’opera non sottoposte a procedura di verifica di esclusione dalla Via e dunque non autorizzate”.
Nell’inchiesta sono confluiti due filoni di indagine, quello relativo ai presunti abusi negli espianti di ulivi di contrada Le Paesane e quello relativo all’inquinamento della falda da cromo esavalente. Si contesta il fatto che le opere sarebbero state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di impatto ambientale (Via) ed in violazione dei vincoli paesaggistici contaminando la falda.
Tra gli imputati risultano Michele Elia, Gabriele Lanza e Marco Paoluzzi, rispettivamente ex country manager, project manager e direttore dei lavori, oltre alla stessa società Tap, ai titolari di aziende che hanno lavorato per suo conto, sia locali che nazionali.