CronacaEconomia

Aziende in crisi e lavoratori in Cig, ma è truffa all’Inps: nei guai imprenditori e dipendenti

RACALE- Avevano dichiarato di essere in crisi, collocando i dipendenti in cassa integrazione e applicando i contratti di solidarietà. Una simulazione, secondo la Procura di Lecce: nei guai sono finiti non solo gli imprenditori, ma anche i lavoratori, che avrebbero contribuito a frodare l’Inps. Per evitare controlli, erano stati nascosti anche i documenti amministrativi extracontabili in una intercapedine dello showroom dell’azienda. Da lì sono venute fuori le conferme sulle ore lavorative corrisposte “fuori busta” alla maggior parte del personale che risultava in cassa integrazione ma che, in realtà, prestava la sua opera lavorativa all’interno dell’impresa “in nero”.

Nel mirino sono finite due aziende con sede a Ugento e Racale. Si occupano entrambe di progettazione, produzione e assemblaggio di mobili e arredi per la cucina e sono una Società in nome collettivo e una srl riconducibili agli stessi soggetti.

Beni immobili e conti correnti, per un valore di 5 milioni di euro, sono finiti sotto chiave: a dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo sono stati i finanzieri della Tenenza di Casarano. Le indagini, coordinate dal pm Francesca Miglietta e delegate alle Fiamme Gialle, hanno portato a scoprire le presunte truffa aggravata consumata ai danni dell’INPS e frode fiscale.

La responsabilità, secondo gli inquirenti, però, non è solo dei datori di lavoro: anche 41 operai sono stati denunciati per il reato di concorso nell’indebita percezione di contributi pubblici per l’ammontare complessivo di € 171.433,14. avrebbero continuato a lavorare in fabbrica, infatti, seguendo il loro orario ordinario, benché fosse ridotto dall’applicazione degli ammortizzatori sociali. Una riduzione dovuta, dal 2010 al 2014, agli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali per la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e per il contratto di solidarietà. Per questo i contributi erogati dall’I.N.P.S. erano non dovuti.

Per 4 persone è scattata anche la denuncia per il reato di frode fiscale derivante dall’ingente cessione di beni “in nero” per complessivi € 8.071.273,00, con evasione di imposte sui redditi e di I.V.A. per un totale complessivo pari ad € 4.559.022,00.

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