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Odra, Italia Nostra al Ministero: ecco gli impatti a terra

SALENTO – Il parco eolico galleggiante off-shore denominato Odra, costituito da 90 aerogeneratori suddivisi in 4 sottocampi, per una potenza complessiva d’impianto pari a 1325 MW, da realizzare nello specchio di mare antistante i comuni di Santa Cesarea, Otranto, Castro, Andrano, Tricase, Alessano, Castrignano del Capo, potrebbe compromettere la conservazione di habitat naturali preziosi e delicati. È alto, infatti, il rischio di danneggiare la ricca biodiversità dell’area, in particolare del fondale marino, ed è per questo che Italia Nostra sezione Salento ha inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Questi rendering documentano lo stato attuale dei luoghi nella prima immagini, e cosa potrebbe accadere dopo i lavori nella seconda immagine.

L’installazione di una centrale elettrica di approdo in un territorio noto per la sua bellezza come la “Grotta dei Cervi”, costituirebbe un grave danno all’ambiente e alla cultura locale. Il posizionamento della centrale a terra deturperebbe il paesaggio, compromettendo la vista panoramica e l’armonia visiva dell’area. La Stazione Elettrica Lato Mare e il cavo interrato che collega la stazione al cavidotto marino, attraversa diverse aree di notevole valore archeologico, caratterizzati dalla presenza di dolmen e menhir. Questi monumenti megalitici dell’età neolitica ed eneolitica, costituiti da grandi pietre, rappresentano testimonianze fondamentali della storia e della cultura del Salento.

Nella zona poco a nord/ovest di Porto Badisco, il percorso del cavidotto attraverserebbe l’area tra Uggiano La Chiesa e Minervino di Lecce, e in particolar modo la zona denominata Torre San Giovanni Malcantone, nota per la presenza di importanti siti archeologici. Il progetto “Odra energia”, nelle sue attuali forme e proposte, secondo Italia Nostra risulta estremamente dannoso per il Salento non solo in mare, ma anche a terra. La sua realizzazione potrebbe causare irreparabili danni paesaggistici, ambientali, culturali e archeologici, mettendo a rischio la preziosa eredità storica e naturale della regione.

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