LECCE – “Le tragedie sono sempre una sorpresa, ma certe sorprese non si improvvisano. Possono essere determinate dalla fragilità personale e dalla insensibilità interpersonale. Ecco perché dobbiamo riflettere: piangere dopo è sempre tardi. Pentirsi dopo è sempre tardi’”: con queste parole l’Arcivescovo di Lecce Michele Seccia ha aperto la messa in ricordo di Julie Tronet, la studentessa francese in Erasmus a Lecce, che a soli 21 anni ha scelto di porre fine alla sua vita, probabilmente a causa di una violenza sessuale subita proprio pochi giorni prima e confidata alle pagine del suo diario.
La celebrazione religiosa, fortemente voluta da un gruppo di studenti dell’Università del Salento, ha riunito in un Duomo gremitissimo tutti coloro che hanno voluto dare alla giovane l’ultimo saluto: compagni di corso, amici, professori, nonché il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice. Proprio quest’ultimo al termine della messa ha preso la parola per rivolgere un appello: “ La nostra missione – ha detto – è fare in modo che tragedie come questa non si ripetano più e che nessuno si senta più solo”.
La solitudine, quel sentimento che aveva attanagliato il cuore di Julie – “è difficile rimanere soli e sopportare quello che è successo” aveva scritto nelle pagine del suo diario – e che l’aveva fatta sprofondare nel buio, buio dal quale non è più riuscita ad uscire.
Giorgia Durante