LECCE – Il nome è impronunciabile ma la maestosità e la bellezza di questo importantissimo fossile lasciano senza fiato. Lo Zygophyseter varolai, antenato degli attuali capodogli, vissuto nove milioni di anni fa nelle acque salentine, si potrà ammirare nella nuova teca disposta all’ingresso del Maus il Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento. Una vetrina che consente di ammirare la spettacolarità del fossile, le cui parti sono disposte simulando realisticamente la forma dell’animale per una lunghezza totale di circa 6 metri.
Lo scheletro fossile di Zygophyseter varolai fu scoperto nel 1988 da Angelo Varola, paleontologo dell’Università del Salento, durante il taglio di blocchi di Pietra leccese ad uso edilizio in una cava presso Cavallino (Lecce). Il fossile fu poi preparato dallo stesso Varola, con un paziente lavoro di micro scavo e restauro, estraendolo dalle decine di blocchi di pietra in cui era contenuto, riassemblandone le varie parti e restituendo allo scheletro la sua originale tridimensionalità. Dopo la preparazione, il fossile venne studiato da Giovanni Bianucci e Walter Landini, paleontologi dell’Università di Pisa.
Un lavoro lungo e certosino, dunque. Un atto collettivo per restituire alla comunità un capolavoro che ora attende di essere ammirato in tutto il suo splendore.