PUGLIA- Dopo il week end del 25 aprile anche il 1° maggio è stata una grande occasione persa per la Puglia, che, in zona arancione, vede la chiusura di 5mila bar, trattorie, ristoranti, 6500 pizzerie e 900 agriturismi. Un crack pesante per il settore, con effetti deleteri sull’insieme delle attività economiche ed occupazionali. L’analisi di Coldiretti Puglia parla di un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro per queste attività, che ora è praticamente azzerato.
Le festività di primavera sono sempre state un toccasana per il settore, con l’arrivo di tanti turisti italiani ed esteri e con le tradizionali gite fuori porta. Ora la crisi non coinvolge solo il settore della ristorazione, ma naturalmente tutta la filiera delle forniture di alimenti e bevande e colpisce le aziende agricole ed alimentari con le disdette di ordini per le forniture di prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, i salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. La riapertura dei ristoranti a pranzo e cena per chi ha spazio esterno riguarda in media circa la metà dei 22mila servizi di ristorazione presenti in Puglia dove i posti all’aperto dei locali che sono molti meno rispetto a quelli al coperto.
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