GALATINA- L’attenzione è alta dopo l’incendio divampato a metà mattinata all’interno dell’area del cementificio Colacem di Galatina, rogo su cui c’è ora il sospetto che sia di origine dolosa.
Una nube nera si è sollevata dalla zona prossima al deposito di carbone a cielo aperto. I vigili del fuoco hanno lavorato fino all’ora di pranzo per domare le lingue di fuoco. A loro spetta di capire anche l’origine dell’incendio, probabilmente un cortocircuito, da cui si sono generate le fiamme che hanno interessato un nastro trasportatore usato per la movimentazione della calcarenite.
In allerta i residenti e i sindaci di Galatina, Soleto, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, soprattutto per quanto attiene il rischio di diffusione delle polveri sottili. I primi cittadini, alcuni dei quali presenti sul posto, hanno allertato il Dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce e Arpa, intervenuta sul posto per un sopralluogo. Lunedì, stando a quanto comunicato ai Comuni dal direttore generale Vito Bruno, verranno esaminati i dati registrati dalle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria.
C’è qualcosa che pare non tornare, però, come detto, in quanto accaduto. L’azienda ha fatto sapere che lo stabilimento era fermo da otto giorni e che anche il nastro trasportatore interessato dal rogo era inattivo. Ciononostante, è andata a fuoco la sua parte in gomma, anche perché la calcarenite è resistente al fuoco. Ecco perché c’è il sospetto che si sia trattato di un incendio doloso. La Colacem ha, quindi, passando al setaccio i filmati delle telecamere di videosorveglianza installati nell’impianto, per capire se qualcuno si è introdotto all’interno del perimetro del cementificio e interesserà le forze dell’ordine.
Tiziana Colluto