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Lecce: analisi della sconfitta

LECCE (di M. Vecchio) – Ancora un gol subito, sebbene viziato da un plateale  quanto non visto fallo sul difensore giallorosso, dalla stessa zona. Lo spicchio di campo che potremmo definire dalla linea bianca di porta fino al dischetto del calcio di rigore per essere generosi, si rivela zona minata per i difensori del Lecce che anche con l’Ascoli, come accaduto con Benevento prima e Salernitana poi, subiscono una rete proprio dalla stessa zona. Potrebbe essere un caso ma potrebbe anche non esserlo.

Certamente il fallo di Ardemagni, di esperienza su Meccariello, che si è lasciato tirare giù come fosse un giocatore alle prime armi, è stato determinante ma l’atteggiamento della retroguardia probabilmente non è esente da responsabilità. Non c’è un raddoppio di marcatura per esempio. Sarà pure da considerare un episodio ma questa volta il Lecce ha perso partita e punti.

Non è un semplice rammarico per un rimonta come accaduto nelle scorse settimane. Due punti in tre match disputati non sono certo un bottino di cui essere orgogliosi, negli ultimi anni solo nell’avvio della stagione 2013/14 il Lecce aveva fatto peggio con 0 punti all’attivo.

Non rappresentano però come ogni rovescio della medaglia, neppure un avvio per cui disperarsi, già perché in sostanza la squadra ha dimostrato di saperci fare e di poter giocarsi le sue carte salvezza, obiettivo dichiarato da società e per ultimo dal tecnico.

Le prime due prestazioni sebbene estese a circa 70 minuti, hanno fatto ben sperare e soprattutto stare sereni con l’idea che da migliorare certamente è la gestione delle gare, partendo dalla mentalità per arrivare anche alla scelta dei cambi operati.

La serie B è altra cosa, le distrazioni si pagano e non sempre ci sarà l’occasione di riscattarsi. L’impressione è che il tecnico debba lavorare sulle soluzioni tattiche offensive e sull’atteggiamento tattico difensivo non sempre rivelatosi impeccabile. L’appello del tecnico è orientato anche in altre direzioni.

Il Lecce è una squadra che ha qualità, che per essere espressa appieno ha bisogno di sviluppare la manovra con fraseggi veloci in cerca della profondità. Se come accaduto ad Ascoli i ruoli si invertono, il Lecce va in sofferenza e non riesce ad esprimersi sui livelli dimostrati per parte delle prime uscite. Il campionato è lungo, stare sereni è un obbligo ma guai a pensare di abbassare la soglia di guardia, neppure davanti ad una vittoria che ancora deve arrivare.

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