NEUSTFIT (Austria) – Quando manca ormai poco alla fine del ritiro austriaco con la preparazione al campionato che proseguirà nel Salento dalla prossima settimana, la squadra guidata da Gotti, prosegue il suo programma di lavoro. Dopo una prima settimana dedicata principalmente alla parte atletica e muscolare, nella seconda si è intensificato il lavoro tattico. Le due amichevoli disputate hanno fornito indicazioni importanti ma il vero Lecce, il volto della squadra che affronterà il campionato non è stato ancora visto. Si aspetta di ultimare il mercato che resta aperto e vivo nonostante i 5 nuovi innesti. Intanto si lavora sul campo e in palestra. Nelle due sessioni di lavoro infatti una parte di giornata è stata dedicata al potenziamento muscolare in palestra con successiva attivazione in campo per pochi minuti mentre l’altra sessione ha riguardato il pallone e la tattica. Tutto sotto lo sguardo attento di mister Gotti.
Nella fase di ritiro oltre alla preparazione fisica e di campo, diversi sono gli aspetti ritenuti importantissimi. Abbiamo visto nei giorni scorsi quello sanitario, quello dell’integrazione nutrizionale, stavolta vediamo invece quello che riguarda la cucina. Abbiamo parlato con Rocco Zecca, Executive Chef dell”US Lecce.
Da quanti anni segui il Lecce?
“Da una decina di anni. Vado in ritiro da una decina d’anni, dalla prima proprietà con Sticchi Damiani presidente e manager Claudio Vino, ma li seguo da un po’ di più”
Come si svolge la giornata tipo del cuoco del Lecce?
“Mattina sveglia presto 6:30 e vado in cucina più che altro, non per lavorare, ma per dare disposizioni delle varie cose che dobbiamo fare, cioè dal dolce al salato perché i calciatori hanno delle diete un po’ particolari e quindi trovano un po’ di tutto dal dolce al salato. Mezzogiorno si ritorna in cucina per preparare i primi, i secondi, seguiamo naturalmente un menù già stabilito dal nutrizionista e che varia varia molto, quindi sul buffet troviamo dalla verdura all’insalata, la pasta senza glutine, il riso in bianco e poi il primo del giorno che può essere sia un risotto sia una pasta e il secondo. Fermo restando che c’è sempre bresaola crudo pollo e quant’altro, e il secondo del giorno che varia sempre, può essere carne, manzo, può essere pesce. È molto vario, in base ripeto a quella che è l’indicazione che ci dà il nutrizionista. La cena è uguale, quando posso seguo cerco di seguire un po’ gli allenamenti e poi ritorno in cucina per seguire con la brigata dell’albergo, ci coordiniamo per far mangiare di nuovo la squadra, fermo restando che tutto questo in massimo mezz’ora, quindi dobbiamo essere pronti appena arriva la squadra. Essere pronti a tirare tutto fuori perché 25-30 minuti devono mangiare e andare a riposare”.
Ecco questa è proprio una delle curiosità più particolari. Il cuoco deve essere allenato al pari della squadra perché deve seguire rigorosamente i tempi che ha una squadra di calcio.
“Certo, dobbiamo stare dietro alla squadra, infatti mi devo allenare anche io”.
Un’altra particolarità è quella legata all’uso dei prodotti. Voi quasi tutto lo fate arrivare dal Salento.
“Sì quasi tutto, dalla pasta all’olio di oliva. Cerchiamo di portarci quasi tutto. In Austria quest’anno è stato un po’ più difficile ma ci siamo riusciti. Il 90 per cento dei prodotti sono nostri e cerchiamo di stare sempre dietro ai ragazzi, ripeto perché molti hanno delle esigenze particolari”.
Il complimento più bello che le è stato fatto nel corso di questi anni?
“Guarda proprio quest’anno. I primi due giorni ho avuto un po’ di difficoltà a farmi capire non parlando la lingua, il terzo giorno i ragazzi mi hanno chiamato per dirmi – Rocco finalmente ci ha fatto sognare – questo è stato il complimento più bello, soprattutto da Falcone”.