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Agricoltura sempre più “anziana” e con meno donne: gli spunti per ripartire

LECCE – Un’agricoltura retta dagli anziani e da chi è più in là con gli anni, sempre meno dalle donne e con un sostegno via via più importante trovato nella manodopera dei migranti. Sì, aumenta il numero degli operai agricoli dipendenti nel Leccese, ma entrare dentro i dati fa scoprire le fragilità di un comparto in affanno. Il report diffuso da Confagricoltura e Ordine degli agronomi ed elaborato da Davide Stasi è il punto di partenza per la riflessione fatta in mattinata nella sede dell’Unione provinciale agricoltori.

I dipendenti nel settore, si diceva, sono aumentati: 270 unità in più in un anno ( sono 22.023 nel 2016 contro i 21.753 del 2015), in controtendenza con il trend degli ultimi periodi. Le aziende, infatti, hanno ripreso ad assumere.

La fascia d’età dove si concentra il maggiore numero di lavoratori agricoli (3.228) risulta essere quella fra i 50 e i 54 anni. Ciò che più preoccupa, però, è che rispetto all’anno prima crescono di più le fasce estreme: quella degli ultra 65enni (+8,1 per cento), quella 55-59 (+3,9 per cento), quella 60-64 anni (+3,4 per cento) e quella fino a 19 anni (+2,9 per cento), mentre cala quella 35-39 anni (-5,1 per cento).

Le donne impiegate in agricoltura sono 10.860, pari al 48,5 per cento della totalità dei dipendenti (22.023). Rispetto all’anno prima sono diminuite di 65 unità.

I migranti coprono il 3,3 per cento della totalità dei dipendenti.

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