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Notificati i ricorsi al Tar di Sgm e Lupiae: Salvemini non tocchi il management

LECCE – Sgm e Lupiae servizi hanno scelto di agire per vie legali, hanno impugnato il bando per la sostituzione del management preannunciato da Salvemini lo scorso 10 agosto e in mattinata sono stati notificati con procedura d’urgenza i ricorsi al TAR.

Risale all’ 11 agosto l’avviso pubblico con cui il Dirigente degli Affari Generali del Comune di Lecce ha avviato la selezione delle candidature per la nomina dei nuovi amministratori delle partecipate. Appena il giorno prima Salvemini aveva dichiarato di aver firmato una lettera indirizzata ai componenti di nomina pubblica dei CdA di Lupiae ed Sgm per invitarli a rassegnare le dimissioni dall’incarico, “data la natura fiduciaria -aveva specificato- del rapporto con il sindaco precedente che li ha nominati“. In quella stessa occasione Salvemini aveva inoltre detto di non essere “in condizioni di prevedere se gli amministratori in carica -per ragioni di sensibilità, opportunità, di diritto- riterranno di accogliere il mio invito alle dimissioni”.
A distanza di tre settimane dunque la reazione è servita: le società scelgono l’Avvocato Pietro Quinto per ricorrere dinnanzi al Tar.

La funzione principale dell’iniziativa giurisdizionale è di natura preventiva e collaborativa -spiega il legale- ed attiene all’anomala procedura adottata dagli Uffici comunali e dal dirigente degli Affari Generali che ha pubblicato l’avviso di selezione delle nomine sull’errato presupposto di un’automatica decadenza degli amministratori in carica per effetto dell’elezione del nuovo sindaco di Lecce. Non è neppure astrattamente ipotizzabile una decadenza di amministratori di società che operano sul mercato, ancorché partecipate dall’ente pubblico, a seguito della elezione di un nuovo Sindaco: la revoca degli amministratori ha ben altri presupposti che non hanno a che vedere con il mutamento della gestione politica dell’Ente Locale che partecipa al capitale della società“.

Nel ricorso viene inoltre sottolineato che, oltre all’erroneità dei presupposti, l’illegittimità dell’atto risiede anche nell’incompetenza del dirigente atteso che la nomina e la revoca degli amministratori delle società partecipate sono di competenza del Sindaco, sulla base dei criteri previsti dal Consiglio Comunale.

Non si tratta di un attacco al Sindaco Salvemini -conclude l’Avvocato Quinto- bensì di un’esortazione ad un’adeguata riflessione sul delicato tema dei rapporti fra Amministrazione e Società partecipate“.

Intanto il sindaco preferisce non rilasciare dichiarazioni, fa sapere però che a suo avviso “ognuno è libero di agire come meglio crede, quando si intraprendono azioni amministrazive è naturale che che vi siano delle reazioni, è tutto nella norma“.

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