Cronaca

Pd, tensioni con le liste. Civati: “Basta con D’Alema”

LECCE- Solo Lecce sembra essere la provincia dove Cùperlo ha serie possibilità di vittoria: ma i suoi sostenitori sono divisi in tre correnti. I veleni entrati in circolo durante le primarie creano qualche difficoltà nella presentazione delle liste della compagine cuperliana: è stato necessario l’intervento del dirigente regionale De Santis per cercare di mettere ordine.

In queste ore si gioca una partita importante: quella per le liste a supporto dei candidati alla segreteria nazionale. Sono in molti a contendersi un posto nei due collegi della provincia: nel collegio Lecce – Nardò vengono assegnati 7 seggi, mentre nel collegio di Casarano  4. Giovedì dovranno essere presentate le liste, che venerdì saranno vagliare da Roma. I cuperliani cercano di ricomporre la frattura con Alfonso Rampino offrendogli il posto di capolista, subito dopo dovrebbe essere inserita in lista Sandra Antonica, quindi, Marcello Risi e Alessandra Pinto. Se Rampino non dovesse accettare, potrebbe essere inserito un suo uomo,  Giacomo Fronzi, segretario cittadino di Trepuzzi.

Anche tra i renziani non mancano i litigi: per ora non si riesce a trovare la quadra sul capolista per il collegio di Lecce-Nardò. Una parte dei seguaci del sindaco di Firenze vorrebbero inserire al primo posto Paolo Foresio, ma l’area lettiana chiede che il capolista sia il segretario cittadino leccese, Fabrizio Marra. Per mettere d’accordo tutti potrebbe prevalere una terza soluzione: Sergio Signore capolista. Nel collegio di Casarano il capolista dovrebbe essere il sindaco Donato Metallo.

Poi, c’è l’area Civati, che ieri, ha accolto il suo leader affollando la sala convegni del President: in pole position ci saranno Diego Dantes e Ivan Stomeo: quest’ultimo ha polemizzato per l’assenza di Piconese. “E’ gravissimo che il segretario provinciale non sia qui ad accogliere uno dei tre candidati alla segreteria nazionale” – ha detto.

Insomma, continua il tutti contro tutti delle primarie. Elena Gentile, che ha accompagnato Civati, insieme a Corradino Mineo, in giro per la Puglia ha spiegato che a Foggia è riuscita ad ottenere una vittoria proprio perché si è cambiato il linguaggio e si è saputo dialogare con la gente. Mineo è convinto che Civati sia il vero cambiamento, che abbia quella visione di sinistra che manca da troppo tempo.

Il 38 enne candidato alla segreteria nazionale non è tenero con le larghe intese e con D’Alema: “Il partito deve cambiare e parlare dei problemi della gente” – spiega. Per Civati bisogna resettare tutto, rinnovare la classe dirigente e tornare a parlare concretamente del lavoro, con delle vere ricette di sinistra. Puntare sul welfare, sul lavoro e chiudere con le larghe intese, questa è la ricetta Civati: outsider che dialoga con i grillini e che vorrebbe l’unione del Pd con Sel, nonostante l’imbarazzo provato per la vicenda Vendola.

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