Cronaca

Inquinamento, ‘Contramianto’: a Taranto picco di mortalità

TARANTO – A Taranto ci si ammala e si muore di più che nel resto d’Italia anche a causa dell’amianto. Grande industria, cantieri navali e Marina Militare le fonti di maggiore esposizione da amianto. “Sono 152, nel periodo 1993-2008,  gli ammalati di mesotelioma, il tumore causato dall’amianto, in totale 250 quelli registrati a Taranto dal ReNaM Puglia (Registro navi militari) dal 1988, con una media di 5 casi anno ogni 100.000 abitanti”.

Lo dice l’associazione ‘Contramianto’ attiva sul fronte ambientalista e su quello della tutela dei lavoratori esposti a fattori di rischio come l’inquinamento e i materiali tossici e nocivi. “Negli ultimi 5 anni – dice ‘Contramianto’ – sono state 60 le morti per mesotelioma, 47 uomini  e 13 donne; una escalation di mortalità a Taranto dove i casi osservati del tumore da amianto sono del 730% maggiore di quelli attesi per gli uomini e del 410% per le donne”.

I dati citati da ‘Contramianto’ fanno parte di “studi recenti e dati contenuti nel Quaderno n.15 del Ministero della Salute ” Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate “che sarà presentato ufficialmente a Casale Monferrato il 17 Settembre, un incontro pubblico con i ministri Balduzzi, Clini e Fornero”.

‘Contramianto’ con le altre associazioni degli esposti e vittime dell’amianto annunciano la loro partecipazione all’incontro del 17, preliminare alla Conferenza Nazionale Amianto prevista dal 22 al 24 novembre a Venezia. “I dati del Ministero della Salute – dice ‘Contramianto’ – confermano Taranto sito di interesse nazionale per la presenza di agenti inquinanti e per la massiccia presenza di amianto ampiamente dimostrata nel corso dei decenni. L’esposizione ad amianto responsabile dei casi di mesotelioma del Comune di Taranto è stata causata prevalentemente dagli impianti siderurgici e dai cantieri navali.

Certo non è un caso il record di Taranto per i 651 ricoveri  ospedalieri per mesotelioma nel corso dell’ultimo decennio, come l’avvio dei procedimenti sulle presunte morti dovute all’amianto in marina militare e siderurgico tarantino, con i due ultimi processi avviati a giugno su Italsider e Ilva nei quali Contramianto si è costituita parte civile per la morte di 31 lavoratori deceduti per la possibile esposizione all’amianto e altre sostanze pericolose”.

Per ‘Contramianto’, inoltre, sono “migliaia le tonnellate di amianto utilizzate nell’industria siderurgica e per le coibentazioni delle navi, militari e mercantili. L’attività di rimozione dell’amianto e messa in sicurezza delle navi della marina militare ad oggi ha permesso di bonificare completamente solo il 20 per cento e, parzialmente il 44% delle 155 unità navali, attualmente in servizio con equipaggio fisso, nonché di avviare ulteriori attività di bonifica, tuttora in corso”. E “gli effetti sulla salute del personale militare e civile che è stato esposto all’amianto a bordo e negli Arsenali sono evidenti come emerge dalle inchieste giudiziarie in corso”.

Articoli correlati

Scheggia bloccata nella glottide, bimba 14 mesi salvata al Policlinico di Bari

Redazione

Un’auto prende fuoco, paura in Viale della Repubblica

Redazione

Indagata per falso la moglie del consigliere regionale Pd Puglia

Redazione

Sette indagati per il pestaggio del 15enne

Redazione

Conclave, tra i papabili spunta il nome del Cardinale salentino Filoni

Redazione

Scu, dopo gli arresti: sigilli a ville, macchine, attività e terreni

Redazione