TARANTO – Le recenti dimissioni ai vertici del siderurgico aggravano l’allarme e la preoccupazione di sindacati e lavoratori, rispetto alle possibili ricadute occupazionali in fabbrica. Ricadute che giungerebbero come possibili effetti dati dai molti, oltre che certi ormai imminenti, procedimenti in corso sull’inquinamento industriale. Effetti che potrebbero produrre provvedimenti di sequestro degli impianti. Il che significherebbe, è questa la preoccupazione reale all’interno delle fabbrica, migliaia di lavoratori a spasso. E non solo a Taranto.
Una preoccupazione espressa nelle scorse ore dai lavoratori al Sindaco in una lettera. “In queste situazione di crisi economica – si legge – il nostro futuro è legato alla capacità dell’Ilva di rimanere competitiva sul mercato. Pertanto qualsiasi intervento della magistratura che porti ad una modifica degli assetti produttivi attuali, genererebbe un effetto domino tale da determinare la chiusura dello stabilimento”.
“Lo spettro – stando a fonti sindacali dei lavoratori – è quello del sequestro dell’area a caldo. Ecco perché – raccontano – qualcuno pensa anche all’organizzazione di una manifestazione bis in difesa del lavoro”.
Identici i timori anche delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria Fim, Fiom e Uilm che in una nota congiunta esprimono preoccupazione da parte dei lavoratori all’interno dello stesso stabilimento, per effetto di eventuali provvedimenti che la Magistratura starebbe per assumere.
Le Segreterie, precisano, quanto sia importante proseguire il processo di ambientalizzazione già avviato e valutano positivamente il recente avvio delle opere di barrieramento finalizzato al contenimento delle polveri, come previsto dall’Aia.
Le Segreterie, inoltre, ribadiscono la convinzione che, per avanzare nel processo di ambientalizzazione, sia possibile procedere in continuità della marcia operativa degli impianti come già avvenuto in occasione dell’adeguamento alle prescrizioni impartite dalla legge regionale sulla diossina.
Quindi i sindacati sollecitano la riconvocazione del tavolo istituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ricordano come al tavolo, insediatosi il 17 aprile scorso, il Presidente del Consiglio Monti dichiarò la strategicità dello stabilimento Ilva di Taranto per l’economia dell’intero Paese.
Le Segreterie, infine, considerano necessario il coinvolgimento delle istituzioni (Regione, Provincia, Comune) ai massimi livelli, nonché della proprietà dell’Ilva – alla quale hanno già chiesto un incontro urgente – al fine di gestire al meglio questa fase delicata, salvaguardando le migliaia di posti di lavoro dell’Ilva e del suo indotto, fondamentali per l’economia del territorio e per la sua coesione sociale.