BRINDISI – E’ tutto scritto. Il calcio a Brindisi non deve crescere. Questa la motivazione principale alla base delle dimissioni di Annino De Finis, ormai ex socio di maggioranza del città di Brindisi, che con una lettera si è ufficialmente congedato. Ed è una lettera colma di delusione quella che l’imprenditore foggiano scrive ai suoi soci per ufficializzare le dimissioni.
Mette a disposizione del Presidente Roma le sue quote, gratuitamente. Ennesima attestazione di stima nei confronti dell’amico che ha voluto tutelare fino alla fine. Anche nei momenti in cui la polemica è diventata durissima. “Lascio gratis a Roma o ad altri imprenditori che volessero subentrare” – dice De Finis. Difende il mister Maiuri, ma ammette che sarebbe stato pronto a puntare su altri tecnici pur di non spaccare la dirigenza e spiega: “Puntavo a presentare un organigramma da ‘Corazzata’ per rinforzare la fiducia della tifoseria e l’immagine in Lega ed in Federazione. Invece è iniziata una campagna ‘pro Francioso’ nel rispetto della brindisinità, della economia, additandomi come colui il quale è contro Francioso, con continui articoli contro la mia persona”.
“Personalmente non conosco il sig. Francioso – chiarisce De Finis – se non per averlo intravisto unitamente all’ex Presidente Quarta, durante le grandi manovre di Novembre, dove il Brindisi ha perso ben 7 punti”. Secondo De Finis c’è una chiara strategia. Hanno voluto ridimensionare i programmi perché, scrive: “Tanto Brindisi ha già la serie A di pallacanestro ed è giusto che si accontenti di vivacchiare in serie D con il calcio”.
E sull’ostinazione di voler puntare a tutti i costi sulla brindisinità dice: “Anche io circa 45 anni fa, organizzavo la squadra in questo modo, ma si trattava della squadra parrocchiale”. Insomma, arrivederci Annino. Ma non senza polemiche.
di Michele Iurlaro