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Regione, Emiliano compatta la maggioranza: con 30 no allontana la sfiducia

BARI – Trenta voti per respingere la mozione di sfiducia. Diciannove per sostenerla. Dopo quasi 8 ore di dibattito, il governatore Michele Emiliano supera la prova in aula e incassa il sostegno della sua maggioranza. Ma anche di Azione.

“Sono contento che Azione abbia votato la fiducia – è stato il commento di Emiliano – perché è mia intenzione ricostruire il rapporto con quella parte della coalizione che è costituita da Azione di Carlo Calenda, nonostante il passato. Io sono certo che in politica non ci sia mai nulla di personale e bisogna superare questi ostacoli”.

A convincere i tre consiglieri di Azione a votare contro la sfiducia e non astenersi sono state le garanzie arrivate da Emiliano: i direttori generali delle Asl sono decaduti per legge e “noi – ha detto – applicheremo la legge senza sé e senza ma”. “Sulla rotazione dei capi dipartimento è più complicata. Ma – ha aggiunto – sono disposto a ragionarci”. Non un sì a tutto tondo, dunque. Ma tanto basta per suggellare la pace

“Abbiamo dato priorità alle richieste fatte al presidente, completamente accolte – ha commentato il capogruppo di Azione, Ruggero Mennea -. Con le nostre proposte funzionerà meglio la macchina amministrativa ma garantirà anche lui e il suo governo in modo più efficace rispetto al passato”.

I 5 Stelle, seduti per la prima volta tutti assieme tra i banchi delle opposizioni, confermano la fiducia. Tranne Antonella Laricchia: “Casaleggio diceva che una idea non è né di destra, né di sinistra. O è buona o non lo è. Mandare a casa questo Governo – ha detto -, per me lo è”.

Michele Mazzarano, dal fronte opposto, invece, vota a sostegno del governatore ma coglie l’occasione per lanciare bordate ai vertici del suo partito: “Avrebbero dovuto animare vibranti reazioni agli attacchi sull’Antimafia del centrodestra e invece hanno taciuto”, ha detto riferendosi a Boccia e, in parte alla Schlein. E’ Filippo Caracciolo, però, l’unico dal fronte del centrosinistra che non difende l’azione di governo in generale, ma espressamente Michele Emiliano. “Il suo è un alto profilo di legalità” dice. Tra i banchi del centrosinistra, poi, è riapparsa per la prima volta l’ex assessora Anita Maurodonia, dopo le inchieste che hanno riguardato lei e il marito, costringendola alle dimissioni. “Grazie per esserti dimessa – le dice Emiliano – ha i capito il nostro stato d’animo”.

Duro, invece, il giudizio del centrodestra. Per Fratelli d’Italia “il bluff dei grillini filo Emiliano è stato ancora più visibile: è solo una recita, è evidente che sono pronti a tornare in maggioranza e a riprendersi gli incarichi. Altrimenti perché salvare Emiliano?”.  “Ma la mozione – continuano – è servita anche a svelare il doppiogiochismo di Azione: di lotta sulla stampa e di governo votando a favore di Emiliano, ma lasciando intravedere un ‘ricatto’ continuo. A dare lezioni di legalità a Emiliano non siamo stati noi, ma i leader nazionali del centrodestra: a cominciare dal segretario nazionale del Pd, Schlein, a quello dei Verdi, Bonelli, e della Sinistra Fratoianni”,

“Un copione già scritto” per il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro. “Sapevamo già che i contestatori e i malpancisti non avrebbero dato pollice verso al governatore – dice –  sapevamo già che non avrebbe vinto la coerenza. Ma la nostra mozione è servita di sicuro a scuotere la maggioranza, a smascherare il trasformismo, a richiamare il presidente Emiliano alla responsabilità di governare la Puglia, passata in secondo piano rispetto allo sforzo di cercare il consenso a tutti i costi, per tenere in piedi la sua amministrazione. La nostra mozione di sfiducia – prosegue Pagliaro – è un atto di denuncia verso un sistema che non condividiamo, che non rispetta il voto degli elettori e giustifica continui cambi di casacca, che svilisce il nostro lavoro di consiglieri e vanifica gli sforzi enormi che compiamo per far approvare leggi e mozioni dai banchi scomodi dell’opposizione. Leggi e mozioni che restano spesso inattuate. Ciò che serve conclude è un serio esame di coscienza della maggioranza, e inneschi il cambio di rotta annunciato dal presidente Emiliano”.

La sfiducia era per Forza Italia “un atto morale doveroso” e “se Emiliano ha a cuore il bene della Puglia dovrebbe fare un passo indietro”. “Oggi – hanno aggiunto – abbiamo una Giunta senza anima e visione ed un presidente costantemente piegato ai diktat di consiglieri e gruppi politici. Ergo, -concludono i consiglieri azzurri- è evidente che Emiliano e la sua Giunta non siano più liberi di operare per la Puglia e i cittadini meritano di poter tornare a votare per avere un governo che possa disegnare una nuova prospettiva per il futuro”.

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