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Oscars 96: i vincitori adesso nelle sale

TELERAMA – Domenica notte si è consumata la 96esima edizione della notte degli Oscar, una cerimonia che annualmente tira le somme sul mercato cinematografico e sancisce la fine della stagione dei premi. Sono stati diversi i protagonisti a brillare sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, ma sono state tre le pellicole che hanno rubato la scena. Opere che in questi giorni, grazie alle loro vittorie, sono tornate nelle sale italiane.

Iniziamo questo viaggio tra i vincitori con “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer. Con due statuette vinte alla 96esima notte degli, la nuova pellicola del regista britannico “La zona d’interesse” si conferma come uno dei più importanti protagonisti cinematografici di questa stagione. Dopo l’ampio successo al Festival di Cannes 2023, avvalorato anche dall’ottenimento del Grand Prix Speciale della Giuria, questo dramma storico di produzione anglo-polacca ha vinto l’ambito premio dedicato al miglior film internazionale, battendo il nostrano “Io capitano” di Matteo Garrone. Il grande tema che viene analizzato è quello relativo all’olocausto, questa volta esaminato però con un punto di vista inedito: i protagonisti della vicenda sono infatti i membri della famiglia Hoess, persone veramente esistite che hanno vissuto per anni la loro quotidianità nella cosiddetta “Interessengebiet”, zona d’interesse adiacente al campo di concentramento di Auschwitz. La famiglia e i personaggi che le ruotano intorno sono consapevoli degli orrori che avvengono oltre le loro mura domestiche, ma volutamente ciechi alla violenza. Un’opera di grande valore che decide di imbastire un trattato sul taboo, sull’elefante nella stanza che la società si impegna drasticamente a non riconoscere, campando sull’omertà e il tornaconto personale. Un film minimalista in cui ogni inquadratura, ogni suono e ogni dialogo serve il regista nel suo discorso: la forte attenzione dedicata ai dettagli è evidente, forse al limite del maniacale. A sottolinearlo anche la statuetta vinta nella categoria dedicata al miglior sonoro in un lungometraggio.

Passiamo da un grande film che difficilmente verrà dimenticato dal pubblico ad un altro, parlando di “Povere creature” di Yorgos Lanthimos. Un’opera che, nonostante la vittoria di quattro statuette, ha lasciato l’amaro in bocca a tantissimi cultori del cinema d’autore. C’è molto da dire sull’odissea femminista di Bella Baxter e il modo giusto per cominciare a farlo è senza alcun dubbio menzionando la grandissima interpretazione di Emma Stone, che le è addirittura valso il suo secondo oscar in carriera come migliore attrice protagonista. Partendo dal trucco, i costumi e la scenografia (tre categorie in cui il film ha vinto) e arrivando sino alla colonna sonora, la sceneggiatura e soprattutto alla sublime regia di Lanthimos, le avventure di questa eroina del nuovo millennio creano un macrocosmo davvero irresistibile, in cui personaggi e città si mescolano per costruire un’opera in bilico tra un bellissimo sogno ed un orrido incubo ad occhi aperti.

Chiudiamo i nostri consigli settimanali con il film che nell’ultima notte degli Oscar ha fatto piazza pulita, vincendo ben sette statuette. Stiamo parlando di “Oppenheimer” di Cristopher Nolan.

La biografia drammatica sull’emblematica figura del fisico statunitense J. Robert Oppenheimer( padre della bomba atomica) ha fatto davvero piazza pulita, rapendo soprattutto i cuori del grande pubblico. Un film che nella sua analisi rientra perfettamente all’interno dei canoni e dei criteri che, secondo l’Academy, definiscono un grande film dal potente impatto sociale. Altro grande merito dell’opera è quello di essere il concreto punto di svolta della carriera del regista, finalmente premiato con una statuetta e consacrato nell’olimpo dei migliori cineasti della storia. L’enorme debito che l’Academy aveva nei confronti di questo autore, storicamente punto di contatto tra il mondo del mainstream e dell’autorialità che ha fatto avvicinare in tantissimi alla settima arte, è stato finalmente saldato.

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