Attualità

Brindisi, in Arsenale altri posti di lavoro a rischio

BRINDISI – Non è certamente un buon momento per il territorio brindisino dal punto di vista economico ed occupazionale. Nel giro di pochi mesi si è registrata la fermata della centrale termoelettrica Federico II dell’Enel, la dismissione dell’impianto P9T all’interno dello stabilimento Basell, la volontà di vendita dello stabilimento brindisino da parte del gruppo farmaceutico EuroApi ed infine l’allarme lanciato dalla funzione pubblica della Cgil riferito alla possibile perdita ulteriore di posti di lavoro all’interno dell’Arsenale Militare.

In quest’ultimo caso, a dire il vero, l’allarme riguarda tutti gli arsenali militari italiani visto che gli interventi di manutenzione delle basi sono limitati al minimo e non si effettua da tempo un adeguamento tecnologico.

Certo, di annunci ne sono stati fatti tanti, ma alle parole non hanno fatto seguito fatti concreti. Anche per l’Arsenale di Brindisi si è detto davvero tanto e si è parlato addirittura di un potenziamento per consentire l’ormeggio di navi di grossa portata della nostra Marina Militare. Allo stato attuale, però, non si riesce ad arginare l’emorragia di professionalità dovuta anche ad una precisa volontà di ridurre il personale.

Un motivo in più – come sta facendo la Cgil – di chiedere con forza di conoscere il piano industriale per Brindisi, con annesso crono programma degli interventi. Il tutto, in aggiunta alla richiesta di riattivazione della scuola allievi operai per non disperdere preziose conoscenze senza le quali sarebbe inevitabile il ricorso ad appalti esterni con il conseguente ulteriore impoverimento dell’Arsenale.

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