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Ci risiamo: suona la campanella ma per gli studenti disabili nessun assistente

LECCE – Mamma Milena lavora tutti i giorni e per fortuna – racconta – ha un orario flessibile. Sottolinea “per fortuna” perchè da questo lunedì, quando suo figlio Mauro di 11 anni inizierà la scuola media lei, nell’arco della mattinata, dovrà fare vai e vieni dall’istituto più volte per accompagnarlo in bagno perchè dell’assistente, che a Mauro spetterebbe di diritto essendo su sedia a rotelle, non si ha nessuna notizia.

È l’ennesima storia che ci ritroviamo a raccontare all’inizio di ogni anno scolastico.

Suona la campanella e negli anni cambiano i libri, i docenti, a volte i compagni, ma l’incubo per gli studenti con disabilità resta sempre lo stesso e nonostante pressing e battaglie, a settembre ci si ritrova punto e a capo.

Gli assistenti alla persona – val la pena ricordarlo – sono quelle figure professionali addette a garantire assistenza all’alunno con disabilità, per assicurargli autonomia e supporto sul fronte comunicativo e dei bisogni fondamentali.

Mauro, che già conosciamo perchè abbracciato e sostenuto da Cuore Amico, è affetto da diparesi spastica dalla vita in giù e per questo la sua compagna di viaggio è una sedia a rotelle sin da piccolissimo. Senza l’assistente in classe, chi si assume la responsabilità di sollevarlo e spostarlo correttamente per garantirgli la serenità che merita, partendo dai bisogni basilari? Nessuno. E allora mamma deve fare su e giù.

Come Milena, di mamme in questa stessa situazione ce ne sono tantissime e da questo lunedì l’incubo si ripeterà. Alcuni dei loro bambini, senza l’assistente, non potranno nè andare in bagno né fare uno spuntino, come tutti gli altri. È ai genitori che si chiede di colmare questa lacuna, senza neanche conoscere i tempi con cui si arriverà alla soluzione. Soluzione ad un problema che invece è un diritto e che dovrebbe essere garantito sin dal primo giorno di scuola.

Il meccanismo della nomina degli assistenti chiama in causa, in base al grado scolastico, una rete di attori istituzionali: Regione, Provincia, Comuni e Asl. Una rete che ogni anno incappa evidentemente nello stesso cortocircuito, a danno degli studenti fragili e delle rispettive famiglie.

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