Attualità

In 10 stipati in 60 metri quadri: scoppia (di nuovo) la bufera delle “case pollaio”

GALLIPOLI – Era il 2017 quando il fenomeno “case pollaio” a Gallipoli venne fuori prepotentemente con questo cartello: “affittasi posti balcone con brandina a 10 euro”. Uno scatto, diventato virale, e fu subito il caos.

Sono trascorsi sei anni e il fenomeno, duro a morire, quest’anno balza nuovamente agli onori della cronaca, con il resoconto della stretta messa in atto dalle fiamme gialle sugli affitti in nero e sulle condizioni igienico-sanitarie delle locazioni turistiche.

Sono 39 le case vacanza passate al setaccio dai finanzieri gallipolini, tra Baia Verde e Lido San Giovanni. In molti di questi, dalla superficie di 60 metri quadri, erano stipati fino a 10 giovani turisti. Al danno la beffa, per quell’alloggio hanno pagato dai 1.500 fino ai 5mila euro a settimana.

Sono in corso gli accertamenti riguardanti gli aspetti fiscali. Intanto ogni persona in più allocata (superando i limiti calcolati per Legge) incasserà una multa da 350 euro, oltre a dover sgomberare il locale sovraffollato per effetto dell’apposita ordinanza.

Proprio nelle scorse ore il primo cittadino Stefano Minerva era intervenuto con un lungo post in difesa della sua città “dipinta sempre più spesso e ingiustamente – ha detto – come meta dello sballo low cost, come se per giudicare un libro di mille pagine – ha aggiunto – ci si limitasse a leggerne soltanto una”.

Che delle improvvisazioni imprenditoriali di qualcuno debbano pagarne il prezzo i tanti professionisti del posto, al sindaco proprio non va giù.

E, neanche a dirlo, anche oggi il boccone amaro è servito, con la Guardia di Finanza che preannuncia – come sempre – che i controlli continueranno, con le dovute segnalazioni ad Asl e uffici comunali competenti delle condizioni igieniche e di agibilità dei locali affittati a peso d’oro a flotte di giovani vacanzieri.

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