LECCE – Una popolazione carceraria che oscilla tra i 1000 e i 1200 detenuti a fronte dei 750 previsti. Al supercarcere di Lecce i conti non tornano. Sul piatto restano questi numeri inquietanti che sono sufficienti a fotografare quanto accade all’interno del penitenziario leccese. Ecco perché l’Osapp Puglia parla apertamente di stato d’emergenza delle carceri pugliesi. E chiama a raccolta i politici, oggi assenti al sit-in davanti a Borgo San Nicola.
Ma non è e non può essere solo un problema legato al sovraffollamento della popolazione carceraria. Svuotare le carceri non basta. Fondamentale è la rieducazione del detenuto e il suo reinserimento sociale, così come recita l’articolo 27 della Costituzione.
Un sistema da rifondare, dunque, per evitare trattamenti che ledono il senso di umanità del detenuto. E a chi, come il ministro Nordio propone di aprire le caserme per alleggerire gli istituti penitenziari, il numero uno dell’Osapp, Ruggiero Damato, replica così: “Può essere un’alternativa. Ma il problema è sempre lo stesso: gli organici sono insufficienti, occorre potenziare il personale”