AttualitĂ Cultura

Menhir o non menhir? Dai rovi bruciati spunta un monolite

LECCE – Il solito incendio di sterpaglie che spesso invade le nostre campagne ha fatto riemergere dalle ceneri della vegetazione che lo occludeva quello che sembra essere un menhir, uno dei tanti monoliti che da tempi ancestrali si ritrovano nel Salento. Siamo alle porte di Lecce, sulla via che porta a Torrechianca, lungo il muretto a secco che delimita la terra di una masseria, che le fonti storiche riportano col nome di “Vitorizzo”. Si tratta di un edificio storico che risale almeno al 1500, per via della presenza al suo interno di un frantoio ipogeo la cui tipologia riporta a quel periodo. A poche decine di metri si trova il Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura. Ci troviamo quindi in un contesto storico importante. Tuttavia, del monolite, che giace riverso sul muretto a secco, non c’è certezza che fosse proprio questo il suo luogo originario. Potrebbe essere caduto al suolo, come anche essere stato divelto e abbandonato deliberatamente in questo posto. La sua lunghezza, che ora risulta essere quasi tre metri, potrebbe essere stata accorciata in seguito a rotture o vandalismi. Nel censimento ottocentesco effettuato all’epoca dallo studioso Cosimo De Giorgi non risulta la presenza di un menhir in questo territorio, e questo potrebbe anche confermare l’ipotesi che il luogo originario del monolite non fosse questo. Invece, un altro studioso del territorio, Giuseppe Palumbo, riporta la presenza di quattro pietre fitte a Lecce: di queste, due sono scomparse. ChissĂ  se una di queste non possa essere proprio quella appena ritrovata.
Negli ultimi anni, Telerama ha denunciato il furto di ben quattro monoliti nel Leccese, ad opera dei soliti ignoti: ad Anfiano, presso Cannole, a Sombrino presso Supersano, a Ruffano e infine ad Aurio, vicino Surbo. La scoperta è stata fatta proprio dal nostro Alessandro Romano, operatore e scrittore appassionato di storia locale. L’ha immediatamente segnalata agli organi competenti, Sovrintendenza e Polizia. Vista la vicinanza del Santuario di Sant’Oronzo, si potrebbe pensare di collocare il monolite all’interno del recinto di questa chiesa, in modo che possa essere messo al sicuro e magari interessare gli studiosi che vorranno dedicarsi a studiare il manufatto.

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