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Razzia di pesci: dopo il video-denuncia, peschereccio siciliano multato in area off-limits

SALENTO – La video-denuncia choc che vi abbiamo mostrato lunedì ha sortito un primo effetto. Il peschereccio siciliano, immortalato a fare razzia di pesci con la tecnica del cianciolo a soli 45 metri di profondità, in barba a quanto consente la Legge, è stato sanzionato dalla Capitaneria di Porto di Otranto.

Presa visione di quelle immagini inequivocabili, il tenente di Vascello Walter Di Marco ha subito inviato una motovedetta sul posto indicato con estrema precisione dai pescatori locali, che dall’estate scorsa 2021 lamentano la mattanza in atto nei mari salentini tra Leuca, Otranto, Gallipoli e Ugento.

Giunti sul posto i militari hanno constatato che il peschereccio siculo si era però spostato e la rete, che pure si vede nel video girato poco prima, non era più calata in mare. Nonostante questo il natante è stato comunque pizzicato in una zona proibita ai pescherecci dal Regolamento Comunitario e per questo è scattata una sanzione da duemila euro.

Il tenente di Vascello Di Marco ci spiega anche che, a seguito delle lamentele dei pescatori locali di cui sin dall’inizio ci siamo fatti portavoce, un tracciamento del peschereccio era già in atto tramite localizzatori satellitari. E il nodo della questione è proprio questo: a dire dei pescatori locali tracciarlo e beccarlo in azione, durante la mattanza, non è così semplice. E questo perché – sempre a loro dire – quando cala le reti sotto costa e sulle secche ( lì dove i pesci pullulano, si riproducono e la pesca è proibita dalla Legge) spegnerebbe il gps. Dalla zona off limits trascinerebbe poi il pescato, nel senso letterale del termine, fino ad una profondità consentita (dai 50metri in su), riaccendendo soltanto qui il gps: ed ecco che la razzia sarebbe bella e fatta, apparentemente senza illecito alcuno.

Questo giovedì mattina, sulle secche di Ugento, la storia si ripete, immortalata in un altro video (in coda al testo).

Proprio per evitare raggiri alla Legge, serviti su un piatto d’argento, il Consigliere regionale Paolo Pagliaro torna ad insistere sulla necessità di istituire zone cuscinetto nei mari di Puglia e Salento: richiesta avanzata alla Regione già un anno fa con un’interrogazione e rimarcata, nei giorni scorsi, con una mozione.

Le zone cuscinetto sono aree con raggio di tre miglia dai punti più alti delle secche, tra i 20 e i 50 metri di profondità, da bandire allo stazionamento dei pescherecci industriali. Zone che continuerebbero invece ad essere accessibili alle piccole imbarcazioni da pesca, che praticano tecniche non invasive. “Questo – ricorda Pagliaro – favorirebbe le aggregazioni riproduttive in un’ottica di pesca sostenibile, come indicato dallo stesso Dipartimento di Ecologia Marina della Stazione Zoologica di Napoli (ottavo ente di ricerca al mondo nel campo della biologia marina). Non si può continuare a far finta di niente – conclude – abbandonando il nostro mare alla pesca selvaggia”.

Di questo passo i fondali dei nostri mari rischiano la desertificazione, rastrellati da chi agisce sprezzante delle regole, del mare e dell’ambiente. Il tutto per buona pace dei pescatori, privati della propria fonte di guadagno e sostentamento.

E.FIO.

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