Attualità

L’incendio di stanotte riporta alla mente altre due tragedie del mare, al largo di Brindisi

BRINDISI – I brindisini non rimangono indifferenti quando sentono notizie di incendi a bordo di navi, soprattutto se il teatro è quello del basso Adriatico, trasformatosi in una tomba in almeno due incidenti dello stesso tipo.

Il primo risale al 28 agosto del 1971 quando a 25 miglia da Brindisi nei locali della cucina della nave Heleanna, in servizio tra Ancona e Patrasso, si sviluppò un incendio che poi distrusse tutta la nave. A bordo vi erano 1.174 passeggeri, il doppio di quelli consentiti. I soccorsi furono immediati, visto che da Brindisi partirono mezzi della Guardia costiera, rimorchiatori e anche barche di privati, ma nonostante questo furono in 41 a perdere la vita, mentre altri 270 rimasero feriti. E forse il numero fu ancora più elevato, visto che all’epoca sulle navi viaggiavano anche tanti clandestini.

L’ultima tragedia risale al 28 dicembre del 2014. La nave Norman Atlantic era partita da Igoumenitsa diretta ad Ancona, ma nel Canale d’Otranto nella stiva si sviluppò un vasto incendio che avvolse tutto il cargo. A bordo vi erano 443 passeggeri, 56 membri dell’equipaggio e sei clandestini. Purtroppo non ce la fecero in 28, mentre altri sessanta rimasero feriti. E poteva andare anche peggio se sul posto non si fossero recati i coraggiosissimi soccorritori, tra cui gli uomini delle Capitaneria di Porto, dei vigili del fuoco di Brindisi e dei rimorchiatori Barretta. Quella enorme bara galleggiante fu condotta sulle banchine del porto di Brindisi e la città fu avvolta da un terribile odore di morte.

Difficile individuare un colpevole. La realtà è che spesso in mare non vengono garantite le minime condizioni di sicurezza e forse trasportare un enorme carico di camion può far aumentare i livelli di rischio.

Ecco perché il salvataggio di tutti i passeggeri e dell’equipaggio dell’Olympia va letto davvero come un miracolo.

 

Mimmo Consales

 

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