Cronaca

Dalla Candidopoli al reddito di cittadinanza: nuovi guai per Cartelli, fondatore de “L’Altra Italia”

UGGIANO LA CHIESA- Dalla Candidopoli nazionale alla presunta indebita percezione del reddito di cittadinanza: a finire nuovamente nei guai è Mino Cartelli, 49 anni, di Uggiano La Chiesa, segretario nazionale del movimento politico “L’Altra Italia”, già agli arresti domiciliari perché ritenuto l’artefice della presentazione di false liste elettorali in occasione delle elezioni comunali svoltesi tra il 2019 e 2020 in 23 comuni in tutta Italia.

Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Padova a dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso nei suoi confronti a conclusione di un’indagine diretta dalla Procura di Lecce, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e l’INPS. Stando alle accuse, Cartelli avrebbe omesso di comunicare informazioni di natura patrimoniale, intascando, per sette mensilità del 2021, l’importo complessivo di 3.500 euro a titolo di reddito di cittadinanza, beneficio che nell’ottobre scorso l’autorità giudiziaria di Rovigo aveva provveduto a sospendere poiché incompatibile con lo status di persona sottoposta a misura cautelare personale.
In seguito, la compagnia di Este ha avviato approfondimenti per riscontrare la presenza – all’atto della compilazione della domanda avvenuta tramite un Caf del Capo di Leuca – dei requisiti necessari per accedere al sussidio. È emerso allora che nell’autocertificazione presentata era stata omessa l’indicazione dei conti correnti di cui il politico era titolare, co-intestatario o sui quali aveva la delega ad operare. Così Cartelli, rappresentante legale di una società che opera nel settore della ristorazione e amministratore di una serie di associazioni multiservizi, ha potuto ottenere 500 euro mensili, importo non dovuto, secondo gli inquirenti. È per questo che il 49enne è stato denunciato alla Procura di Lecce e si è giunti adesso al sequestro per recuperare quanto indebitamente ottenuto.

È una vicenda, come detto, che origina dall’inchiesta sulle liste fasulle, clonate e con consiglieri fantasma, presentate in vari comuni italiani: il politico di Uggiano ha ricevuto di recente un avviso di conclusione indagini dalla Procura di Rovigo, competente in quanto le indagini sulla candidopoli sono partite dai casi di Barbona e Vighizzolo d’Este, comuni della bassa Padovana, per poi estendersi ad altri 21, da nord a sud, tutti centri con meno di mille abitanti, dove la normativa prevede una procedura semplificata per le candidature. Di questi casi si è occupata più volte anche Telerama: le liste venivano infarcite di candidati ultraottantenni o di altri territori – molti quelli residenti a Ugento – con l’obiettivo di far eleggere un proprio rappresentante per ottenere una visibilità sull’intero territorio nazionale.

Nel settembre scorso, per Cartelli è arrivato l’arresto. Quindici in totale le persone denunciate tra membri del direttivo di “L’Altra Italia” e pubblici ufficiali che avrebbero validato le liste.

 

t.c.

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