Politica

Export di candidati. Ugentini ci provano in blocco a Latina: zero voti

I candidati a San Lupo

LATINA- Cosa ci fanno otto ugentini candidati a Campodimele, Comune di 604 abitanti in provincia di Latina? Non emigranti, ma cittadini con residenza a Ugento presentatisi in blocco lì, con un candidato sindaco anche lui ugentino, Alberto Sanapo, 69 anni, ex autotrasportatore che alle scorse amministrative nel paese del Sud Salento ha incassato 17 voti nella lista del M5s. A Campodimele, tutti e otto insieme hanno collezionato zero preferenze.

I salentini candidati a Varco Sabino

E non sono gli unici salentini d’esportazione: a San Lupo, 820 abitanti in provincia di Benevento, Giuseppe Fasano, 73enne nato a Lecce, ha schierato sei ugentini e una donna nata a Torremaggiore, ottenendo un voto. A Varco Sabino, minuscola realtà in provincia di Rieti, 124 votanti su 155 elettori e 187 abitanti, Cosimo Damiano Cartelli, 45 anni, nato a Uggiano La Chiesa, si è aggiudicato tre seggi con appena nove voti. Ha candidato con lui sette salentini, quasi tutti giovani dell’area otrantina. Cosa ci fanno lì, in quei piccolissimi borghi? Sono candidature che hanno destato più di qualche sospetto, soprattutto a Campodimele, balzato agli onori delle cronache per due liste su cinque guidate da agenti della Penitenziaria, che hanno ottenuto anche loro zero voti e sono stati considerati candidati fittizi. Potrebbero averci provato per un motivo ben preciso: ottenere i trenta giorni di permesso retribuito per portare avanti la campagna elettorale.

Perché Sanapo, che poliziotto non è, si è presentato? Da noi contattato, dà una spiegazione “squisitamente” politica: “L’obiettivo è far conoscere il simbolo della lista L’altra Italia, partito che ha come leader nazionale Cosimo Cartelli. Io ho scelto di candidarmi a Campodimele – aggiunge – perché lì vicino, a Fondi, mio fratello fa il medico e dunque conosco il posto”. Il sindaco uscente, poi riconfermato, ha avuto modo di far sapere che a Campodimele nessuno di loro si è mai visto né ha affisso un manifesto o ha fatto un comizio. “Ci è andato il nostro promotore Cartelli, che era lì, perché noi non avremmo potuto per questione sia di tempo che di denaro”, sottolinea Sanapo.

L’export di altri candidati salentini, tutti appartenenti alla stessa formazione, potrebbe dunque avere questa come spiegazione. Presentarsi in comuni così piccoli, d’altronde, ha un vantaggio: non serve alcuna raccolta firme a supporto delle liste. Un programma molto netto quello de L’altra Italia: “difesa della famiglia tradizionale“; “salvaguardia delle frontiere nazionali“; “difesa dello stato sociale”, aumento delle pensioni minime; “castrazione chimica” ed ergastolo “per i reati di violenza sulle donne e sui bambini”. Sanapo ci crede. Anzi, nonostante i voti pari a zero, è decisamente ottimista: “è vero che non mi conoscono, ma la prossima volta il nostro simbolo sarà già noto. E il prossimo anno ci sono tanti Comuni che vanno al voto. Noi ci presenteremo”.

 

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