LECCE – Immagini come queste, esattamente come accaduto durante la prima ondata di contagi in primavera, dividono l’opinione pubblica, soprattutto quella da tastiera, tra accusatori e chi definisce questi ultimi “sceriffi”.
Ma il dato è oggettivo: le strade di Lecce, dalle 18,00 in poi, nel giorno della festa di tutti i santi, erano affollate. E questo si chiama assembramento. Anche se i locali avevano già chiuso.
L’altro dato oggettivo è che i decreti parlano chiaro: bisogna evitare i contatti sociali non necessari.
L’affollamento in Via Trinchese era degno di ogni festa di S. Oronzo che si rispetti, ma anche in altri punti della cittĂ , stesso copione. E spesso i protagonisti non indossano neanche la mascherina. Qui siamo in via Zanardelli e le foto sono state pubblicate nel gruppo Facebook “Vivere Lecce”.
La folla della movida, senza i locali della movida, costretti a chiudere o a reinventarsi offrendo apertitivo o pranzo per sopravvivere.
“Evitare i contatti sociali non necessari e le occasioni di svago in centro è un preciso dovere civico di tutti noi.
Ce lo stanno raccomandando da settimane medici e scienziati -dice il sindaco Salvemini- Chi sceglie di ignorare questi appelli – che non sono divieti ma raccomandazioni – uscendo a passeggiare come se niente fosse, è un irresponsabile.
Che non mostra neanche alcun rispetto nei confronti di chi è costretto a spegnere le luci delle proprie attività alle 18.00. O di chi non può andare a scuola.
Chi si ribella ai controlli dei vigili, come è avvenuto questo pomeriggio con un gruppo di persone che rifiutavano di indossare la mascherina, deve essere sanzionato, come è avvenuto”. E annuncia che chiederĂ i rinforzi durante la prossima riunione, in Prefettura, del Comitato per l’ordine e la sicurezza, per proteggere la cittĂ dagli irresponsabili”.