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Quote rosa sconosciute in 8 Comuni, tre sono a rischio diffida

LECCE- Solo uomini al comando. E spesso nonostante ci siano donne a sedere in Consiglio e ad essere persino assegnatarie di deleghe. In otto Comuni della provincia di Lecce, si registrano giunte completamente azzurre. Per tre municipi, che hanno rinnovato la propria compagine nell’ultima tornata elettorale di maggio, vale a dire Martignano, Botrugno e Sternatia, il rischio diffide è all’orizzonte e con questo un possibile ricorso al Tar per chiedere la decadenza delle squadre di governo, se i rispettivi sindaci non presenteranno controdeduzioni convincenti.

Sono i tre casi leccesi al vaglio della consigliera di parità della Regione Puglia, Annagrazia Maraschio, che, su segnalazione della minoranza, ha già formalmente diffidato il primo cittadino di Martignano, Luciano Aprile, a fornire chiarimenti e ad annullare le nomine entro 15 giorni, altrimenti si provvederà all’impugnazione. Dopo aver acquisito l’indisponibilità di tre consigliere elette, “la ricerca presso due sole cittadine esterne al Consiglio Comunale, più che per assicurare la presenza di genere nella composizione della Giunta Comunale, appare finalizzata esclusivamente ad aggirare le norme che impongono tale obbligo”, ha scritto Maraschio, che ha già trascinato in tribunale un altro comune del Foggiano, in quanto le giustificazioni addotte non hanno convinto. In quel caso, è stato persino pubblicato un bando pubblico per sollecitare la partecipazione di donne in giunta, ma sui requisiti richiesti c’è il dubbio che siano da considerare discriminatori (esempio: precedente esperienza di 5 anni in amministrazione).

Sotto la lente, però, si diceva, non c’è solo Martignano. A Botrugno, la giunta guidata da Silvano Macculi è completamente al maschile, nonostante ci sia una consigliera assegnataria di delega ma non nominata assessore. Anche a Sternatia, la squadra a tre di Massimo Manera è “total man”, nonostante due consigliere in Consiglio. Sono situazioni già segnalate alla consigliera di parità e pertanto in fase di valutazione, le uniche su cui poter intervenire perché non sono decorsi i termini per una eventuale impugnazione dei provvedimenti di nomina.

Poi, ci sono le amministrazioni ormai cristallizzate: a Montesano Salentino, non solo la giunta di Giuseppe Maglie ma anche il Consiglio è composto da soli uomini; a Cannole, Leandro Rubichi ha altri due assessori uomini in squadra, sebbene in assise siano presenti due donne come consigliere di maggioranza. Giunte azzurre anche quella guidata da Paolo Greco a Caprarica di Lecce e quella di Francesco Rausa a Ortelle. Particolare lo scenario a Nociglia: pure qui la giunta di Massimo Martella è solo al maschile, nonostante le due consigliere di maggioranza abbiano entrambe delle deleghe e una sia anche capogruppo, così come donna è la capogruppo di minoranza.

Va precisato: per i Comuni con popolazione al di sotto dei 3mila abitanti, non c’è un obbligo di legge che imponga di garantire la parità di genere. Tuttavia, ci sono pronunce di diversi Tar e anche pareri del Consiglio di Stato a indicare la strada: anche nei piccoli Comuni l’equilibrio di genere andrebbe il più possibile garantito, attraverso l’apertura ad assessori esterni (adeguando gli statuti comunali) e ricercando attestazioni di disponibilità presso l’intera popolazione femminile, ad esempio attraverso la pubblicazione di un avviso pubblico.

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