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Nessuna donna in giunta, scoppia il caso Martignano: sindaco diffidato

MARTIGNANO- Nessuna donna nella giunta, scoppia il caso Martignano. A sollevarlo sono i consiglieri del gruppo di minoranza “Martignano Futura” Caterina Bray, Giuseppe Rosato, Orazio Corianò e la consigliera di parità della Regione Anna Grazia Maraschio ha inviato una diffida.

“Il Comune della Grecìa Salentina – rimarcano i consiglieri di opposizione – non rispetta la parità di genere nella composizione della giunta comunale. Il sindaco Luciano Aprile ha nominato due uomini come componenti disattendendo la legge e, durante il Consiglio di insediamento, non ha permesso di aprire una discussione sull’argomento asserendo che si trattava di una informativa del sindaco e non poteva essere aperto alcun confronto in merito”.
I consiglieri di minoranza nella seduta successiva hanno depositato apposita mozione chiedendo la revoca dell’ordinanza di nomina della giunta, ma è stata respinta a maggioranza. Pertanto, un esposto è stato inoltrato al prefetto e alle consigliere di Pari Opportunità  della Provincia di Lecce e della Regione Puglia. Quest’ultima ha  fatto presente che l’attività istruttoria espletata dal sindaco, per acquisire la disponibilità di donne a ricoprire la carica di assessore, “si ritiene assolutamente insufficiente e certamente non adeguata a garantire il rispetto dei principi richiamati. Il Sindaco, infatti, una volta acquisita la indisponibilità delle tre Consigliere elette in maggioranza, si è limitato ad interpellare due cittadine estranee al Consiglio Comunale, le quali hanno manifestato la loro indisponibilità a ricoprire l’incarico”. Secondo Maraschio, avrebbe dovuto “ricercare attestazioni di disponibilità presso l’intera popolazione femminile di Martignano, ad esempio attraverso la pubblicazione di un avviso pubblico”. Questo perché, a suo avviso, “la ricerca di disponibilità presso due sole cittadine esterne al Consiglio Comunale, più che per assicurare la presenza di genere nella composizione della Giunta Comunale, appare finalizzata esclusivamente ad aggirare le norme che impongono tale obbligo”.

Il sindaco è stato diffidato ad annullare le nomine entro 15 giorni, altrimenti la consigliera di parità regionale ha già annunciato che provvederà all’impugnazione del relativo decreto innanzi al Tar Puglia.

 

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