LECCE- L’insistenza della famiglia, che non ha mai creduto al suicidio, ha portato la Procura di Lecce a riaprire l’indagine sulla morte di Ivan Ciullo, in arte dj Navi, trovato impiccato ad un ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo (Lecce) la mattina del 22 giugno 2015. Il pm titolare del fascicolo è Maria Vallefuoco e l’ipotesi di reato resta quella iniziale: istigazione al suicidio. L’unico indagato è lo stesso uomo coinvolto nelle precedenti indagini, un ultrasessantenne con cui il giovane aveva un rapporto tormentato.
In precedenza, il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, transitata di recente alla Dda, per due volte aveva chiesto e ottenuto dal gip l’archiviazione del caso definendolo un suicidio. I legali dei genitori del dj avevano avanzato in Procura richiesta di riapertura del caso. Si erano mossi sulla base dei nuovi elementi emersi dalle due perizie affidate al criminologo Roberto Lazzari e all’esperto in medicina legale Giuseppe Panichi. Troppe, secondo i legali, le incongruenze con l’ipotesi del suicidio.