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Lecce e Liverani: stesso DNA

LECCE (di M.Vecchio) – È un Lecce figlio di Liverani. Il DNA della formazione giallorossa è lo stesso del suo tecnico senza ombra di dubbio. Cuore, determinazione, tecnica e tattica rimandano all’allenatore, giocatore di qualche anno fa e al suo delicato sinistro che tanto piaceva agli amanti della fantasia applicata al calcio. I numeri ci sono e non fanno altro che confermare lo straordinario lavoro di Liverani su testa e gambe dei suoi giocatori. 34 punti in 20 gare giocate, un piede ben oltre l’obiettivo minimo della stagione, la salvezza, ad appena la seconda giornata del girone di ritorno, un rendimento che ha superato ogni più rosea aspettativa tanto che da molti addetti ai lavori la squadra giallorossa meriterebbe la palma di squadra che esprime il miglior calcio insieme a qualche altra big della serie A.

Tu chiamale se vuoi soddisfazioni… In realtà è la consapevolezza che l’asticella è puntata verso l’alto… In realtà è frutto di un certosino lavoro di tattica e di mercato che ha visto lavorare in sinergia società e staff tecnico. Prestazioni che hanno fatto applaudire, al netto dei punti raccolti, entusiasmare, assaporare il gusto del gol che può arrivare da un momento all’altro ma anche la capacità di soffrire senza eccessivi patemi patiti nel passato.

È un’altra squadra, è un’altra mentalità. È per Lecce e a Lecce, il gusto di un calcio ritrovato e che mancava da troppo tempo. Senza fare eccessivi passi indietro basta volgere lo sguardo al match vinto nell’utimo turno contro la Salernitana per trovare l’anima di Liverani in questa squadra. L’azione del primo gol è un capolavoro. Ampiezza, rotazione degli elementi a centrocampo, cambio gioco, pazienza nel cercare il varco giusto, ma soprattutto 15 passaggi consecutivi da una parte all’altra del rettangolo verde con ben 9 giocatori diversi che entrano in possesso di palla effettuando la giocata

Fabio Liverani (foto P. Pinto)

sempre su due tocchi. L’epilogo è la ciliegina di Mancosu. Quel gol è Liverani. La sua pazienza, la sua capacità di adattare i giocatori alle situazioni di gioco, la classe della giocata individuale.

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