Cronaca

Case popolari: l’ex assessore Monosi resta ai domiciliari

LECCE-Il quadro non è cambiato. “Nessun elemento fattuale nuovo è intervenuto- scrive il gip- tale da modificare l’originario quadro degli indizi di colpevolezza”. Per questo l’ex assessore a Palazzo Carafa Attilio Monosi rimarrĂ  ai domiciliari e non avrĂ  la possibilitĂ  di uscire da casa per raggiungere il suo studio. Lo ha deciso il gip Giovanni Gallo rigettando la richiesta avanzata dai legali di Monosi Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella, anche alla luce del parere negativo espresso dal pm Massimiliano Carducci dopo l’ interrogatorio del 3 gennaio. Gli avvocati avevano chiesto la revoca dei domiciliari o quantomeno la possibilitĂ  per il loro assistito di poter lavorare e quindi uscire da casa.

“Durante l’interrogatorio- scrive il gip- non sono emerse novitĂ  rilevanti se non una puntualizzazione di alcuni elementi ( di fatto giĂ  noti e valutati) in tema di sussistenza delle esigenze cautelari così come stabilito anche dal Tribunale del Riesame secondo cui Monosi , che ha svolto il ruolo di consigliere comunale sin dal 2002, nel tempo ha intessuto una rete di rapporti così consolidati che è riuscito ad imporre le proprie decisioni illegittime, tese a favorire persone appartenenti al suo elettorato, anche a funzionari estranei alla contestata associazione, i quali eseguivano le sue direttive pur consapevoli della loro illegittimitĂ , solo per l’”autorevolezza” della fonte da cui provenivano“. L’indagato quindi- si legge nell’ordinanza di rigetto- nonostante le dimissioni da consigliere, ha ancora la possibilitĂ  di reiterare condotte offensive dei medesimi beni giuridici, approfittando della rete di complicitĂ  in seno alla compagine dell’ente e di esercitare la sua “influenza” su pubblici funzionari i quali per anni si sono trovati in una posizione di “soggezione” verso l’indagato, per continuare a reiterare reati della stessa specie di quelli per cui si procede”.

Per l’ex assessore al Bilancio, arrestato nel blitz della Guardia di Finanza sulle case popolari e ai domiciliari dal 6 settembre scorso, è stata rigettata anche la richiesta di potersi allontanare da casa per lavorare. “Pur considerando le difficoltà che il monosi può incontrare a gestire la propria attività di commercialista in regime di arresti domiciliari- scrive il gip- e comprendendo umanamente la volontà del professionista di poter continuare a svolgere il proprio lavoro, ciò che manca è il presupposto normativo per accogliere la richiesta. La sua attività inoltre può essere gestita “ a distanza”.

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