BARI – Il banco di prova, soprattutto nel Salento, è fra meno di un mese. Raffaele Fitto, a capo della neoformazione Noi con l’Italia-Udc si prepara ad un debutto politico diverso dalle scorse competizioni, non fosse altro per la mancanza nelle sue liste dei “big” del suo partito – Perrone e Marti solo per citare due esempi -, migrati altrove. Ma l’europarlamentare, pur lanciando una stilettata, non sembra preoccuparsene oltremodo: “Non ho da aggiungere altro – dice – i comportamenti qualificano le persone“.
Per Fitto i sondaggi che vedono Noi con l’Italia-Udc oscillare attorno al 3 percento sono già prova di un buon esordio, “possiamo solo migliorare”, dice. Ma un monito lo lancia ai suoi alleati, soprattutto alla Lega di Salvini: “Invito alcuni partiti della nostra coalizione ad evitare di estremizzare alcune posizioni perché sono posizioni sbagliate, lo dico senza mezzi termini. Il centrodestra non può esser catalogato o sintetizzato sulla posizione del singolo partito – aggiunge l’ex ministro -, perché questo allontanerebbe la possibilità di vincere le elezioni”. L’elettorato da intercettare, dunque, sono soprattutto gli astensionisti degli ultimi anni e i moderati, come -hanno spiegato – intende essere la creatura politica appena nata dalla fusione con l’Udc. Partito, quest’ultimo che, però, ha due anime: una nazionale nel centrodestra e una tutta pugliese nel governo di centrosinistra. E quanto a questo, Fitto è chiaro: “Noi non stiamo costruendo una componente politica che si guarderà intorno, stiamo costruendo una componente politica con che con chiarezza e coerenza, è all’interno del centrodestra. Punto. Il resto – ha concluso – sono considerazioni che non ci riguardano ma che possono riguardare chi ha questo imbarazzo, non certamente noi”.
Riforma fiscale adeguata, politiche sul lavoro,sulla crescita, sulla famiglia, sul mezzogiorno: questi gli obiettivi primari del programma di governo portato avanti da Fitto, ma senza slogan irrealizzabili – aggiunge – ma con proposte credibili e possibili. Il centrodestra che gode di un buon vento, aggiunge, può centrare questi obiettivi anche perché unica vera coalizione di queste politiche. Quanto al presidente del consiglio, chiarisce Fitto, il toto premier e il toto ministri sono esercizi inutili. Il suo futuro, invece, è più chiaro: se eletto, lascerà Bruxelles per Roma.