Cronaca

Postamat attivi solo in orari d’ufficio, l’ira dei consumatori: “Si ammette il far west”

LECCE-  La storia si ripete, a distanza di pochi mesi: Poste Italiane blocca in tutta la Puglia i Postamat fuori dall’orario di ufficio e monta l’ira degli utenti contro le chiusure indiscriminate.  “Pessima scelta aziendale, così si ammette il far west nelle nostre città”, dicono all’unisono le associazioni dei consumatori Adusbef e Adoc.
La causa dichiarata è, ancora una volta, nei troppi furti messi a segno, da ultimo l’assalto al Postamat di via Alto Adige, ad Andria, lo scorso 5 novembre, preceduto da altri due episodi. A febbraio, dopo le cronache nel Leccese e Brindisino, venne prese la stessa decisione.

“Ragioni di sicurezza – ha spiegato Poste Italiane – a seguito di reiterati e devastanti atti criminosi avvenuti nelle ultime settimane, che hanno provocato gravi danni alla struttura degli edifici ospitanti”. Non si sa quando il servizio riprenderà. Ciò che è certo è che dalle scorse ore i distributori automatici di banconote vengono disattivati e privati del contante al termine del turno di apertura degli uffici postali. Gli sportelli vengono poi riforniti e resi nuovamente disponibili alla successiva riapertura.

“Sono chiusure indiscriminate – tuona Alessandro Presicce, presidente di Adoc Lecce – e non può pagare il cittadino la carenza di sicurezza. È il governo a dover trovare una soluzione”. Adoc rilancia le sue proposte: lasciare attivi i postamat già dotati di presidi di sicurezza, come gli impianti di videosorveglianza. Per quelli in zone meno tutelate, invece, lasciare in piedi almeno i servizi che non prevedono l’erogazione di contanti, come quelli di estratto conto, ricarica Postepay, bonifici. “Anche questi apparecchi – aggiunge Presicce – potrebbero essere messi in sicurezza a costi irrisori. A volte basta anche l’installazione di panettoni di cemento per impedire gli sfondamenti”.

Antonio Tanza, vicepresidente nazionale di Adusbef, alla motivazione legata ai troppi furti ci crede poco: “non mi convince – dice – e mi sembra una scusa puerile, perché la situazione è identica anche per gli istituti di credito. Sta di fatto che così gli utenti si disaffezionano ai conti correnti postali preferendo quelli bancari. È un’occasione persa, perché le Poste rappresentano una fetta del risparmio fino a poco tempo fa pubblica. Più si ritirano dai servizi e più lasciano il campo alle banche”.

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