CronacaEconomia

Ilva, “abusi di direzione e coordinamento”: i tre commissari chiedono 2 miliardi ai Riva

MILANO – I tre commissari straordinari dell’Ilva, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, in amministrazione straordinaria, hanno chiesto due miliardi di danni ai Riva, a Riva Fire e anche a Riva Forni Elettrici. 

L’istanza è stata depositata nei giorni scorsi al Tribunale Civile di Milano. I  tre commissari  nel ricorso parlano di “abusi di direzione e coordinamento”, accusando i Riva di aver sottratto somme di denaro dalle casse dell’azienda per trasferirle all’estero.

Nel 2013 la famiglia Riva si era vista sequestrare 1 miliardo e 200 milioni di euro nell’ambito di un procedimento a carico di Adriano Riva e due commercialisti accusati di truffa ai danni dello Stato e trasferimento fittizio di beni. Soldi che, secondo l’ipotesi accusatoria dei pm milanesi Mauro Clerici e Stefano Civardi, sarebbero stati volutamente distratti dalle casse dell’Ilva per essere poi trasferiti nell’isola di Jersey, paradiso fiscale nel canale della Manica. La somma, rimasta “congelata” in Svizzera in un conto Ubs, nell’ottobre 2014 era stata poi dissequestrata e messa a disposizione dell’Ilva, a seguito della richiesta avanzata dal commissario straordinario Gnudi e accolta  dal Gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo 

Nonostante questa svolta, i soldi  sono ancora sbloccati per effetto del ricorso presentato al Tribunale di Zurigo da Alessandra e Stefania Riva, figlie dell’ex patron del gruppo di Taranto deceduto nel 2014. Da qui la “contromossa” dei tre commissari straordinari dell’Ilva di presentare istanza di risarcimento danni alla famiglia Riva.

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