Cronaca

Olio tunisino: una sciagura oppure no?

LECCE- Da quando Federica Mogherini ha annunciato la decisione della Commissione europea di facilitare l’export di 35mila tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia, gli animi e i pareri sono divisi.
L’olio tunisino farà inevitabilmente concorrenza -sleale, secondo molti, dati i prezzi decisamente ridotti- a quello prodotto nell’Unione Europea. “Periodi eccezionali richiedono misure eccezionali – ha giustificato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – e questo è un forte segnale della solidarietà dell’Ue nei confronti della Tunisia”.

Il leader dei Conservatori e Riformisti, Raffaele Fitto, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea. “Una vera e propria colata di olio africano – evidenzia Fitto – che rischia di travolgere il nostro extra vergine di oliva alla vigilia di una stagione già molto difficile, specie per gli agricoltori salentini alle prese ancora con il contagio del batterio Xylella fastidiosa” dice. Confagricoltori si era già rivolta agli europarlamentari, inviando numerose lettere.

“Non fa certo piacere -dice il presidente dell’Aprol Lecce Pantaleo Greco- ma ragionando più asetticamente si tratta di olio extracomunitario, che dovrebbe seguire una strada completamente diversa da quella di noi che produciamo olio Made in Italy”. Certo è che l’olio tunisino viene prodotto con costi enormemente più bassi, poiché “gli operai vengono pagati un quinto e l’energia costa un decimo rispetto all’Europa”.

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