Cronaca

Il consiglio choc agli agricoltori: “Aspetti gli indennizzi per espiantare gli ulivi”

LECCE-“Abbattere gli ulivi? Converrà farlo, ma fra qualche mese”. Non consigli di cura delle piante, ma indicazioni sul momento migliore per eradicarle, quando, cioè, arriveranno gli “altamente probabili indennizzi per cui si sta premendo”. Se è una speculazione o una premonizione non è dato saperlo. Di certo, è ciò che viene consigliato con insistenza ai proprietari degli oliveti che ricadono nella fascia jonica, lì dove il Complesso del disseccamento rapido ha più colpito, per quanto non si sappia quanti esemplari effettivamente, ad oggi, abbiano al loro interno il batterio da quarantena Xylella fastidiosa. 

Da settimane, nella zona circolano volantini diversi, nei quali si offrono servizi di potature gratuite, che vengono ammortizzate con la vendita del legname alle centrali a biomasse. Niente di strano né di illecito, lo precisiamo. Ma quando fingiamo di essere proprietari terrieri e chiamiamo ad uno di quei numeri, il consiglio che ci viene amichevolmente dato apre uno squarcio su una prospettiva non neutra rispetto a quanto potrebbe accadere sul territorio.

Ci viene consigliato, dunque, di potare la pianta e ridurla all’altezza di due metri, ma non di eradicarla, per evitare di perdere ristori economici che possono arrivare nei prossimi mesi, non per curare gli alberi, ma, appunto, per abbatterli. Si ripeterà il copione già vissuto con gli espianti dei vigneti? È un rischio. E le informazioni che circolano tra gli agricoltori sono equivoche.

Intanto, dopo il piano del commissario Silletti che amplia a 15 km la fascia di eradicazione, la prima a prendere posizione è la Copagri: “Nell’anno 2015 ci si può arrendere, con tanta inerzia e, scusate il termine, con tanta codardia ad un batterio? Non si può issare bandiera bianca contro la Xyllella o il cicadellide che la trasporta – dice il presidente Fabio Ingrosso -. Lo spaventoso e assurdo deserto che viene prospettato è incompatibile con la storia del nostro territorio. Ci chiediamo: dopo aver reciso gli ulivi cosa andremo ad eradicare? E l’ecosistema reggerà?”.

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