Cronaca

“Danno sanitario da pesticidi”,il rapporto della Lilt contro i fitofarmaci

LECCE- Un danno sanitario da pesticidi, sulla base della contestualizzazione “dell’aggiornata ricerca scientifica internazionale ai dati epidemiologici del territorio”. La Lega Tumori di Lecce spariglia le carte e invia un dettaglio rapporto al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola; al Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta; al Sostituto Procuratore di Lecce, Valeria Mignone; al Commissario Emergenza Xylella, Giuseppe Silletti.

Lo studio si inserisce nel solco del dibattito relativo alle misure adottate dalla Regione Puglia per contrastare la moria degli ulivi attraverso l’uso massiccio di pesticidi nel Leccese, previsione contenuta nella determina regionale del 6 febbraio scorso, in parte rivista nel piano presentato nelle scorse ore a Roma da Silletti, che ha limitato l’impiego di fitofarmaci sugli alberi infetti. Al momento, però, quella disposizione regionale resta ancora in piedi.

La LILT non fa sconti: “E’ evidente – spiega il presidente, l’oncologo Giuseppe Serravezza – che, alla luce delle evidenze scientifiche riportate, se si dovesse irresponsabilmente procedere con uno spargimento a tappeto di pesticidi, si configurerebbe il reato di disastro colposo e di omicidio colposo a danno delle popolazioni salentine”. “Le strategie fitosanitarie di contrasto alla Xylella fissate dalla determinazione regionale appaiono di grave nocumento alla Salute umana e ambientale”.

L’intento del rapporto “è quello di segnalare le pesantissime conseguenze che si avrebbero ricorrendo all’uso di tali molecole chimiche in un territorio, per altro, dove il ricorso ai pesticidi è a livelli elevatissimi (in Italia il consumo di pesticidi, per ettaro, è il più alto d’Europa, e il nostro consumo incide sul consumo generale per un 33%)”.

Gli effetti sono diversi: dalla persistenza nel suolo e nelle acque al bioaccumulo nei tessuti animali; dall’insorgenza di resistenze e conseguente necessità di prodotti chimici sempre più potenti alla tossicità a largo spettro in grado di distruggere indistintamente molte specie di insetti anche utili (bombi, farfalle, api) come avviene ad esempio nel caso della moria di api da neonicotinoidi.

Nello studio, si passano in rassegna i gruppi principali di pesticidi a interferenza endocrina, quelli che vanno a mutare il dna e a causare tumori: insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), fungicidi (vinclozolin, linorun), trazoli (ciproconazolo), imidazoli (imizaloil), triazine (atrazina, simazina), etilene bisditiocarbammatil (mancozeb), coformulanti (alchifenoli).

Le ripercussioni sull’uomo? Sono descritte in una recente revisione pubblicata nel 2010 (C. Robyan, RN Gyldan, Pesticides and Health risks – JOGNN 2010, 39103-110): “Danni al sistema immunitario; danni riproduttivi, in particolare riduzione della fertilità maschile; danni al sistema endocrino (in particolare alla tiroide); danni neurologici; cognitivi e di vario genere alla salute infantile per esposizione in utero (otite, asma, stress respiratorio, diminuzione della crescita fetale e durata della gestazione, alcuni tipi di malformazioni)”. Ecco perché, secondo la Lega Tumori, bisogna andarci con i piedi di piombo, visto che “la provincia di Lecce detiene primati negativi in fatto di incidenza di malattia oncologica e al contempo di consumo di pesticidi: inondare le campagne e le colture di fitofarmaci è la condanna certa dei luoghi e degli organismi viventi”.

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