TARANTO- Lunedì la discussione alla Camera, martedì, salvo slittamenti, il voto. L’iter di conversione in legge del decreto 61 sull’Ilva di Taranto è entrato nella fase finale e adesso il testo è arrivato a Montecitorio per l’approvazione decisiva. Poi il passaggio successivo sarà in Senato ma intanto dalle 12 di lunedì 8 luglio comincerà la discussione generale tra i deputati. Il decreto 61 ha subito delle modifiche durante i lavori delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive che si sono conclusi giovedì: sono stati presentati più di 150 emendamenti e cira 70 subemendamenti, alcuni dei quali hanno provocato polemiche a livello sindacale e politico.
In particolare, fanno discutere la decisione di eliminare la figura del Garante per l’attuazione dell’AIA e la possibilità di allungare i tempi per la realizzazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale stessa. L’on. Michele Pelillo del PD ha difeso il nuovo impianto del decreto perché – sostiene – il testo è stato migliorato. Come? Attraverso tre interventi: “Nel primo comma – spiega – è scritto che le imprese interessate da questa legge devono avere almeno mille dipendenti; inoltre si definisce meglio la funzione degli esperti in relazione all’Autorizzazione Integrata Ambientale e si coinvolgono maggiormente gli enti locali”. La collaborazione bipartisan tra PD e PDL ha prodotto due proposte sulla questione bonifiche, a firma di Pelillo e dell’on. Gianfranco Chiarelli.
“La prima proposta – dice Pelillo – è un emendamento per rendere utilizzabili i fondi della legge sulle bonifiche”. Si tratta dei 119 milioni del CIPE, quindi dello Stato, già disponibili. Esistono però dei vincoli del patto di stabilità e la proposta avanzata dai due parlamentari intende superarli per dare il via alle bonifiche sul territorio.
L’altro emendamento punta a far aumentare il tetto di spesa per le assunzioni del personale sanitario, da 10 a 30 milioni di euro anche se – conclude Pelillo – il tetto dei 10 milioni non è stato ancora raggiunto.
La prossima settimana appare quella decisiva per dare all’Ilva nuove disposizioni stringenti da rispettare per la tutela dell’ambiente e dei livelli occupazionali: la salute dei tarantini non può più aspettare.