Cronaca

Vendola promette: “L’IMID non si tocca”

BARI   –   “Il centro IMID non si tocca”. E’ questa la promessa che il presidente della Regione Nichi Vendola ha fatto ai genitori di Daniela Vitolo, la 29enne campana ricoverata nella struttura di Campi per cercare di tornare alla vita.

Lo hanno atteso pazientemente, con la sola speranza di poter ottenere una promessa.

Perché quando hai girato mezzo mondo per non ottenere nessuna risposta, quando tua figlia si spegne giorno dopo giorno e trovi a due passi da casa l’unica speranza di vederla sopravvivere, diventa più facile smuovere una montagna che la determinazione di un genitore e di chi sa cosa significa non poter più vivere in società.

Per questo non si sono mossi finché Vendola e la vicepresidente Loredana Capone non hanno trovato il tempo per ascoltarli. E’ bastato conoscere il calvario che hanno vissuto e la svolta improvvisa non appena sono arrivati a Campi, poco prima di Natale, per capire che quella struttura va tutelata, perchè farlo è interesse di tutti.

“Invito tutti i pazienti a scrivere per raccontare come si sono trovati con le cure del Centro IMID e del dott. Minelli”. L’appello di Antonio Vitolo è quello suggerito dai vertici regionali. Di far pervenire all’assessorato una lettera nella quale gli stessi pazienti spieghino cosa hanno trovato nell’IMID che in Italia non esiste. “Perché – ha aggiunto il dirigente d’area Pomo – così si chiarirà che chi si arroga il diritto di rappresentare i cittadini, forse la pensa realmente come loro”.

L’interessamento alla situazione del centro IMID è stata trasversale. L’UDC, per mano del presidente Salvatore Negro, ha presentato un’interrogazione volta a sollecitare l’assessore Attolini a sbloccare i ricoveri e comprendere perché si sia perso tutto quel tempo.

Poi, un faccia a faccia tra Vendola e il leader dell’opposizione Rocco Palese fa scorgere un’ipotesi che darebbe respiro vero ai pazienti. Prorogare per un anno la sperimentazione del Centro. Che tradotto significa continuare con i ricoveri per altri 12 mesi. E nel frattempo studiare la via migliore per ufficializzare un percorso che possa continuare sereno.

E’ questo che sarà sottoposto all’assessore Attolini, non appena rientrerà dopo un’assenza dettata da motivi familiari. E se la sperimentazione non dovesse andare a buon fine allora si procederà autorizzando almeno i Pacs, ovvero la possibilità di effettuare esami e prestazioni al prezzo di un unico ticket.

Quanto ai ricoveri, l’intenzione è quella di farli pesare per il 70% sulla ASLdi appartenenza e solo la restante parte, circa 19 euro, sui cittadini. Non è escluso che si rivedrà anche la fascia esente da ticket.

Le opposizioni, cercheranno di capire anche perchè si sia atteso tanto tempo dall’assessorato per sbloccare la situazione. Anche perchè i ricoveri effettuati nel 2012, sono stati pagati in parte dal Centro IMID prelevandoli dai 100.000 euro ricevuti dal DIEF.

I pazienti ora attendono risposte. L’associazione che li riunisce, l’AAIA, ha già inviato al governatore una corposa lettera per inquadrare l’entità del problema. Ora si attende una risposta. Perché nessuno vuole andare a curarsi in America. Specie quando  l’America è a due passi da casa.

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