CronacaEconomia

Regione Puglia, la nuova sede spreco-simbolo italiano

BARI – P come palazzi. La nuova sede del Consiglio regionale della Puglia rientra a pieno titolo nel ‘dizionario degli sprechi regionali’, stilato dai giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera. Ed è bagarre.

Sulla scia degli scandali che attanagliano la ‘sprecopoli Lazio’ di Renata Polverini, gli autori de ‘La Casta’, infatti, passano in rassegna gli stanziamenti definitivi dei bilanci consuntivi 2010 delle Regioni italiane, definite ‘piccoli statarelli governati da una classe politica di persone perbene, ma anche di piccoli satrapi di Provincia prepotenti, rapaci, insaziabili’.

Non sfugge la nuova sede del Consiglio regionale pugliese, appaltata un anno fa e che costerà 87 milioni di euro.

Dato di fronte al quale tuona l’Assessore regionale pugliese ai Lavori pubblici, Fabiano Amati: “Costerà poco più di 40 milioni di euro – puntualizza – e consentirà di risparmiare 3 milioni di euro l’anno di fitti che vengono pagati attualmente, perchè gli uffici sono ospitati in sedi prese in locazione”.

Un’opera pubblica che a giudizio di Amati, dunque, consente di realizzare, ”risparmi, bonifica e riqualificazione” di un’area a ridosso del centro cittadino di Bari, perchè la nuova sede sorge su un’area abbandonata dallo Stato e che era una polveriera militare sanata a spese della Regione, visto che sono stati ritrovati ordigni inesplosi che risalgono al bombardamento del 2 dicembre 1943. Bonifica che ha fatto, per forza di cose, accumulare un ritardo di 6 mesi sulla tabella di marcia del cantiere, avviato nel novembre 2011 e che dovrebbe chiudersi in 24 mesi.

“Quest’opera realizza un’idea che risale al 1975, quando si decise di prendere temporaneamente in fitto la sede della Regione in attesa di trasferirsi in una di proprieta”, spiega Amati.

Al setaccio, poi, i soldi spesi dai cittadini per il mantenimento del ‘parlamentino’ nostrano: in Puglia, i Consiglieri, Assessori, Presidenti costano 10,84 euro a testa, lontano sì dai 124 euro della Valle d’Aosta, ma tanti comunque da superare  i 40 milioni di euro. Solo 31 milioni di euro all’anno si spendono per  mantenere stipendi, diarie, benefit e via dicendo di tutti e 70 Consiglieri, quando in aula se ne presentano in media non più di 54. Agli altri 16 l’assegno si regala.

 

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