SQUINZANO (LE) – Credevano fosse morto. Così non solo l’Inpdap, oggi Inps, ha sospeso l’erogazione della sua pensione, ma ha anche prelevato dal suo conto le rate già versate, lasciandolo senza un euro. Quando lui, un pensionato di Squinzano, ha firmato un assegno di circa 700 euro, tutto è venuto a galla. Oltre al danno, la beffa. L’assegno è andato in protesto per mancanza di fondi.
Responsabile della disavventura sarebbe stato l’Ufficio Anagrafe di Squinzano.
Ora l’uomo, con il suo legale Filippo Orlando ha citato a giudizio il Comune, nella persona del Sindaco, il Ministero dell’Interno, le Poste Italiane e l’Inpdap, dando avvio, davanti al Giudice di pace di Campi Salentina ad una causa civile di risarcimento dei danni provocati dal protesto.
Il pasticcio sarebbe nato da un errore materiale nell’inserimento dati nel sistema informatico, per cui l’uomo, sarebbe morto oltre due anni fa, il 10 giugno 2010.
La causa, già avviata da tempo, è arrivata alla fase istruttoria e a breve saranno raccolte le prove testimoniali.
Il 66enne, vivo e vegeto, è assistito dall’avvocato Filippo Orlando.