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Pià e la legge dell’ex: “Sarebbe bello, ma non vivo per il gol”

LECCE – “Sarei felice di segnare il primo gol in giallorosso, ma non sono un attaccante che vive per segnare. Prediligo il gioco di squadra, mi interessa che il Lecce vinca”. Inacio Pià è tutto in queste parole. Frasi non di circostanza, ma che rispecchiano il modo di stare in campo dell’attaccante brasiliano.

Il suo spirito di sacrificio e l’intensità che ha messo sin dalla prima uscita nell’interpretazione di un ruolo per lui nuovo non sono passate inosservate, al pari delle giocate che fanno parte del suo repertorio. “Onestamente non pensavo di adattarmi così bene a questo nuovo ruolo. Ho visto che posso farlo, sto bene fisicamente e i compagni mi facilitano il compito”.

Per questo la sua voglia può essere di vitale importanza per la crescita di tutti quei giovani che hanno mostrato grandi qualità, ma anche qualche difficoltà nel metterle al servizio del gruppo. “ E’ normale, quando in squadra hai tanti giovani. Per questo noi grandi dobbiamo aiutarli a fargli comprendere che spesso è meglio mandare in rete un compagno che tirare in porta”.

Una partenza, nei numeri, come quella del Lecce è un’imposizione di forza: Pià la spiega così. “Senza presunzione: siamo una squadra forte ed ambiziosa, che si è calata subito nella parte e vuole fare quanti più punti possibile”.

Adesso, però, c’è il classico trappolone, localizzato a Treviso. Primissima contro ultimissima, un pensiero da evitare. “Dobbiamo pensare che loro hanno 9 punti, e noi zero”.

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