TARANTO – Caos calmo a Taranto. Sbloccati i presidi. E tornati in fabbrica gli operai, gettati nel limbo, in attesa di protesta e riesame, il 2 e il 3 agosto. Fine primo atto, insomma. Ma con la nuova settimana, il caso Ilva riprende la scena. L’attesa è tutta per giovedi e venerdi. Per il 2, i sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore, con manifestazione ed assemblea pubblica in città. Ma vera regista, in questi giorni, torna ad essere la magistratura. Una sola parola martella nelle menti degli operai, come dei dirigenti: riesame. Anche se, a conti fatti, ci vorrà una settimana circa per conoscere il verdetto in merito ai ricorsi presentati dall’azienda contro le otto misure cautelari ai domiciliari per dirigenti ed ex dirigenti del gruppo Riva e, contro il sequestro dei sei reparti incriminati: cokerie, acciaierie, parchi minerali, area agglomerazione, area altiforni e gestione materiali ferrosi. Affila le armi intanto la difesa. La battaglia legale degli avvocati dei riva e degli altri sei arrestati è tutta puntata a giovedi. Nel frattempo gli 8 indagati attendono l interrogatorio di garanzia, che si terrà davanti al gip patrizia todisco. Il giudice, che con parole inequivocabili, ha scritto nell’ordinanza: “Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato nell’attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”. Parole alle quali la fabbrica tenta di rispondere in termini di inattendibilità delle perizie. Altro momento importante, lunedi, con l’ordine del giorno aggiuntivo dedicato all’ilva, in consiglio comunale a taranto. Settimana intensa insomma. Giorni in cui, il siderurgico piu grande del continente, resterà e farà restare tutti col fiato sospeso, fino a nuove decisioni.
post precedente
post successivo