LECCE – La crisi divampa e brucia oltre 17 milioni di euro, falcidiando in provincia di Lecce, i depositi degli sportelli bancari. In appena 4 mesi, da dicembre ad aprile scorsi, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce che ha elaborato gli ultimi dati di Bankitalia, i soldi delle famiglie, delle società, delle istituzioni senza scopo di lucro e delle amministrazioni pubbliche, sono scesi da 9 miliardi e 58 milioni a 9 miliardi e 40 milioni con una flessione dello 0,20%.
Impressiona, soprattutto, il dato riferito agli enti pubblici in quanto l’ammontare del loro denaro è crollato del 41,70% con una perdita di ben 107 milioni. 17 milioni, invece, per le società non finanziarie.
In controtendenza le famiglie salentine che vedono salire i depositi del 1,15 %. A diminuire anche gli impieghi, meno 8 milioni, pari allo 0,10%, una percentuale inferiore al calo dei depositi, questo significa che le banche si sono esposte di più. Con la crisi, però, la liquidità in circolo è diminuita con la conseguenza che le banche non possono incrementare gli impieghi. Anzi cercano persino di ‘rientrare’, vale a dire rivogliono indietro i soldi prestati. Se l’economia non dovesse ripartire, le prospettive per l’anno in corso, non potranno migliorare e potrebbero così calare ancora i depositi bancari. Il rischio, insomma, è che le fiamme divampino ancora di più.